Allarme dei rianimatori: “Terapie intensive terranno un mese senza una stretta delle misure”
"Attualmente c'è una situazione allarmante per l'occupazione delle terapie intensive in FVG, oltre la soglia del 10%, e la Provincia autonoma di Bolzano. La situazione è preoccupante anche in Veneto. In generale, se non verrà applicata in modo stringente la norma sul Green Pass e non si incentiveranno le terze dosi, potremmo raggiungere una situazione drammatica nel giro di un mese e mezzo circa in tutto il Paese". A dirlo ieri all'ANSA il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, Alessandro Vergallo. "Chiediamo che la durata del Green Pass sia 6 mesi, dato il calo di efficacia del vaccino dopo tale periodo", ha aggiunto Vergallo, lanciando un chiaro allarme sul rischio che il Sistema Sanitario Nazionale collassi nuovamente a causa della quarta ondata, come del resto sta già accadendo in altri paesi europei. Secondo Vergallo l'aumento delle infezioni in Friuli Venezia Giulia e Provincia di Bolzano è da attribuire anche alla vicinanza con paesi come Slovenia e Austria, il cui quadro epidemiologico è particolarmente grave. Non siamo ancora in una situazione di allerta generale nelle rianimazioni, ma "bisogna guardare i dati in prospettiva ed agire di conseguenza: ci sono circa 3 settimane tra il contagio e la possibilità che si renda necessario un ricovero in intensiva ed i numeri sono preoccupanti".
La tenuta del sistema sanitario secondo il presidente dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri "dipenderà appunto dall'andamento delle terze dosi e delle vaccinazioni a chi non è ancora immunizzato, oltre al corretto uso delle misure". Dunque, a differenza di un anno fa stavolta il peggio si può evitare perché gli strumenti per rallentare l'ondata epidemica ci sono, "ma vanno applicati in modo stringente e la politica – è il monito di Vergallo – deve assumersi la responsabilità di prendere delle decisioni". Il numero dei posti letto in intensiva, affermano gli esperti, non è in ogni caso la soluzione perché "non si può moltiplicare all'infinito e bisogna invece puntare a misure ragionevoli". Ad oggi, i posti disponibili, secondo le stime Aaroi, sono circa 6mila a livello nazionale, ovvero 900 in più rispetto a quelli censiti prima della pandemia.