Allarme carne, gli italiani non cambieranno le proprie abitudini alimentari
Lo IARC, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha confermato ciò che si sospettava da anni: carni rosse e lavorate aumentano le probabilità di ammalarsi di cancro. Ma cosa ne pensano i consumatori? Per quanto Assomacellai abbia accertato una diminuzione dei consumi del 20% a distanza di ventiquattr’ore dall’annuncio dell’Oms, oltre la metà di chi ha risposto al sondaggio di Fanpage ‘Carne rossa nella lista dei cancerogeni. Cambierà qualcosa nelle tue abitudini alimentari?’, sembra non essersi fatta prendere dal panico e afferma che non ha intenzione di variare le proprie abitudini.
Il 54% dei nostri utenti sembra avere ben chiaro che i problemi per carni lavorate e carni rosse non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli derivati da tabacco e amianto. Il 23% afferma invece che l’allarme dell’Oms sugli effetti cancerogeni di carni e insaccati lo spingerà a consumarne meno. A tal proposito è giusto ribadire quanto sottolineato dalla stessa Organizzazione mondiale della Sanità: "questi prodotti non vanno eliminati dalla dieta, ma limitati". "Sappiamo che alcuni alimenti, a causa del modo in cui vengono preparati e lavorati, possono portare a problemi di salute se magari assunti in misura eccessiva", sottolinea il vicedirettore generale dell'Oms, Oleg Chestnov.
Un quinto dei nostri utenti (21%) ha già sostituito la carne con altri alimenti. Quindi legumi, soia, frutta secca, semi, verdure, cereali, quinoa e derivati animali (latte, uova, formaggi), come viene dettagliatamente descritto nell’approfondimento sui cibi che possono sostituire, per chi lo desidera, le proteine di origine animale.