“Per il recupero della malattia speravo in una situazione più facile.” Avevamo già parlato di Jacopo Juri Grasso e della sua lotta contro chi parcheggia sui posti riservati alle persone con disabilità senza averne diritto. Stavolta la sua denuncia è nei confronti della palestra Virgin Kennedy di Milano.
“Dopo sei mesi di sospensione per motivi di salute ho ripreso la mia riabilitazione. Purtroppo è stata una brutta ripartenza, dal momento in cui mi ci reco per farmi del bene e non per stressarmi: al mio arrivo, come al solito, su tre posti per persone disabili ben due erano occupati abusivamente.”
Non solo, alla sua uscita era stata addirittura occupata la segnaletica orizzontale zebrata (quella che serve a garantire lo spazio di manovra alle carrozzine per scendere e salire dalla vettura). Così Jacopo ha avvisato un ragazzo del personale che gli ha semplicemente risposto di sapere della situazione, ma senza alcun buon proposito.
“Eppure è un problema che ho segnalato (e documentato con foto e video) in continuazione per un anno e mezzo, venendo sempre rassicurato sul fatto che avrebbero sistemato la situazione.”
Addirittura, quando Jacopo ha sospeso la palestra ed espresso il desiderio di interrompere il contratto con Virgin, più di un anno fa, gli era stato dato un mese gratuito (che avrebbe altrimenti dovuto pagare, avendo chiesto la sospensione all’improvviso).
“Virgin – prosegue Jacopo Juri – è da sempre molto attenta ai clienti, nel senso che è molto attenta a trovare nuovi clienti (ricevo ormai più mail da loro che dalle compagnie telefoniche): probabilmente a Virgin conviene avere qualche cliente in più al costo di tenersi la sua maleducazione, piuttosto che perderne uno solo che ha segnalato un problema.”
Fortunatamente, però, a forza di perseverare, la direttrice si è scusata dicendo che avrebbero lasciato degli avvisi sulle auto per dissuadere certi autisti. E infatti, dopo poco più di due settimane, ecco qui l'avviso disseminato sotto i tergicristalli:
Speriamo che questo sia il primo passo per una responsabilizzazione che riguardi tutti, dai clienti al personale, e che in caso di mancata correzione di certi atteggiamenti si prendano seri provvedimenti. Perché un diritto è un diritto e nessuno, in nessuna occasione, può toglierlo a chi lo detiene.