Alla morte del marito trova foto intime con l’amante, la moglie le invia all’ufficio della donna: condannata
Ha scoperto di essere stata tradita per anni dal marito defunto e per vendicarsi ha inviato le foto intime scattate dal coniuge all'ufficio dell'amante.
Protagonista di questa storia è una vedova di Fano che ieri, giovedì 14 novembre, si è presentata davanti al giudice per le indagini preliminari di Pesaro e ha patteggiato una condanna a 6 mesi e 6 giorni di reclusione (e una multa di oltre 2mila euro) per revenge porn.
La donna, 63 anni, di professione infermiera, ha perso il marito nel maggio 2022, quando l'uomo, colto da un malore, era stato trovato morto nel bagno di un fast food. Poco tempo dopo, nel rimettere in ordine le cose del marito, la 63enne ha trovato un buco nella parete della cantina.
All'interno ha trovato sex toys, intimo, foto e video intimi appartenuti al coniuge defunto. Nelle immagini, insieme a lui, l'amante, una donna con cui già una quindicina di anni prima l'uomo aveva avuto una relazione extraconiugale, interrotta per un periodo per evitare la separazione, ma ripresa qualche tempo dopo.
Ad aprile 2023 la moglie tradita ha deciso di depositare all'ufficio della donna 8 fotografie in bianco e nero su 2 fogli in formato A4 che la ritraevano in atteggiamenti intimi con il marito. E così la 63enne è stata denunciata per revenge porn. Ieri in aula erano presenti entrambe le donne.
La scoperta del tradimento “ha causato un dolore profondissimo, oltre che delusione e rabbia. Presa dall’impeto ha consegnato tutta l’oggettistica alla donna in questione ma non era certamente nelle sue intenzioni farle del male, al punto tale che immediatamente ha richiesto di chiudere questa triste vicenda con un patteggiamento facendosi aiutare con un supporto psicologico per affrontare non solo il dolore del lutto ma anche quello del tradimento", ha commentato l'avvocata Pia Perricci, legale della 63enne, citata da Il Resto del Carlino.
"Siamo in presenza di una donna distrutta e ferita che ha posto fine immediatamente ai suoi comportamenti, comprendendo che l’unico responsabile del tradimento era il marito defunto, – ha aggiunto – al punto tale che anche i giudici hanno compreso la non pericolosità della mia cliente, vista l’esiguità della pena concordata”.