Alice Scagni, poliziotti e medico indagati anche per morte come conseguenza di altro reato
Non solo omessa denuncia e omissione di atti d'ufficio, i due funzionari del 112 e il medico del centro di Salute Mentale di Genova indagati nel fascicolo per omissioni riguardante l'omicidio della 34enne Alice Scagni sarebbero accusati anche di morte come conseguenza di altro reato.
Si indaga, dunque, sul nesso tra il comportamento dello staff della Questura, che ha ricevuto la telefonata del padre di Alberto Scagni 7 ore prima del femminicidio avvenuto il 1 maggio, e il decesso della 34enne, uccisa con 20 coltellate sotto la sua abitazione.
La tesi è sostenuta anche da Graziano Scagni e Antonella Zarri, genitori dei due giovani. Assistiti dall'avvocato Fabio Anselmo, hanno denunciato in un esposto di aver più volte chiesto aiuto per fermare il figlio, che li aveva minacciati. Se il 40enne fosse stato fermato in tempo, spiegano, Alice non sarebbe morta. Da qui, l'indagine per omissione sui funzionari della Questura e sul medico della Salute Mentale genovese.
Nonostante il fascicolo aperto per omissioni e la diagnosi per Alberto di seminfermità mentale (perché ritenuto in grado di stare in giudizio ma non totalmente capace di intendere e di volere al momento del delitto), per la Procura la situazione è molto diversa. Per il fratello di Alice Scagni, infatti, è stata ipotizzata la premeditazione del delitto. Una condizione che secondo Antonella Zarri, madre della vittima, richiederebbe la piena lucidità mentale.
Gli inquirenti hanno però ribadito l'assenza di denunce scritte contro il 40enne da parte dei familiari o di terzi, glissando comunque sulla richiesta di aiuto fatta dal padre Graziano poche ore prima del delitto.
L'avvocato Fabio Anselmo che si occupa della difesa della famiglia ha chiesto tramite esposto di essere informato sullo stato del procedimento per omissioni e di aver accesso al relativo fascicolo processuale. "In quest'inchiesta risultano offesi tutti i congiunti di Alice Scagni – si legge nel documento – ma gli atti sono tutt'ora coperti da segreto".