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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni, poche ore prima dell’omicidio il fratello insultava e chiedeva incontro a Luca Bizzarri

Il comico aveva risposto nonostante le precedenti offese e minacce, avviando un breve scambio di battute. L’inquietante dettaglio emerge dalle indagini sulla morte di Alice Scagni ora depositate dal pubblico ministero che nei prossimi giorni notificherà ad Alberto Scagni la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario.
A cura di Antonio Palma
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Poche ore prima di raggiungere sotto casa e uccidere la sorella Alice Scagni, Alberto aveva offeso il comico Luca Bizzarri chiedendogli anche insistentemente un incontro faccia a faccia  attraverso messaggi privati sui social. L’inquietante dettaglio emerge dalle indagini sulla morte della donna ora depositate dal pubblico ministero che nei prossimi giorni notificherà all’uomo la richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario.

I messaggi e lo scambio di battute a distanza tra Alberto Scagni e il comico e presentatore risalgono alla mattina del primo maggio 2022, pochissime ore prima che il 40enne si presentasse sotto casa della sorella e la uccidesse a coltellate nell’androne del palazzo a Genova Quinto. Nelle ore ancora precedenti Alberto aveva lasciato diversi messaggi offensivi all’indirizzo del comico sui suoi canali social ma pubblici.

Alberto e Alice al matrimonio di Alice
Alberto e Alice al matrimonio di Alice

Poi il primo messaggio privato intorno alle 10 della mattina dell’omicidio di Alice Scagni. "Ti vorrei incontrare" scriveva Scagni in una insolita richiesta a Bizzarri, come ricostruito dagli investigatori della polizia che hanno trovato la chat nel telefono sequestrato all’uomo. Il comico aveva risposto nonostante le precedenti offese e minacce, avviando un breve scambio di battute durante il quale Alberto Scagni ha cambiato continuamente tono: dall’assecondare e complimentarsi con l’interlocutore ad atteggiamenti aggressivi.

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Un comportamento che per gli inquirenti confermerebbe l’instabilità mentale del soggetto ribadita anche dal perito del Gip Elvezio Pirfo che nella sua perizia psichiatrica ha parlato di un Alberto come di “una bomba a orologeria" pronta a fare del male e dunque semi-infermo di mente anche se capace di stare in giudizio.

"Per cosa vuoi incontrarmi?", chiedeva Bizzarri al killer la mattina del giorno dell’omicidio di Alice, e Alberto rispondeva così: "Stimandoti enormemente come persona ancora prima che come artista, per stringerti la mano, e chiederti un autografo". A quel punto Bizzarri rispondeva di nuovo "Ma se fino a un giorno fa mi auguravi le peggio cose" riferendosi a precedenti insulti ricevuti sempre via social.

“È’ un sì oppure o un no? Tanto per non perdere tempo, ragazzo” rispondeva sprezzante il killer. “Niente, non me lo vuoi spiegare. Però a me dispiace, sinceramente, perché davvero non capisco (ma ci sono tante cose che non capisco, me ne farò una ragione) (grazie per il ragazzo, sono un vecchio, non serve neppure picchiarmi, sono in scadenza”)” rispondeva l’artista nello scambio di messaggi. A questo punto Scagni era sembrato essersi rassegnato ma aveva insistito: “Mi farò una ragione del fatto che Sì o No sono risposte o vietate oppure difficili. Come metterci la faccia invece della voce. Sei davvero un bravo ragazzo. Buona giornata, anzi buona vita”. Bizzarri poi aveva chiuso la conversazione: “A te, e al contrario tuo il mio è un augurio sincero”.

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