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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni, la nonna Ludovica: “Avevo paura di Alberto, ho cambiato più volte la serratura di casa”

Le dichiarazioni di Ludovica Albera, 92 anni, nonna di Alice e Alberto Scagni, durante il processo per l’omicidio della nipote: “Alberto da piccolo era un bambino timido, ma crescendo era cambiato. “Se avessi saputo quello che è successo l’avrei sicuramente denunciato, ma mia figlia mi avrebbe ammazzato”.
A cura di Ida Artiaco
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Alberto e Alice al matrimonio di Alice.
Alberto e Alice al matrimonio di Alice.
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Continua a Genova il processo relativo all'omicidio di Alice Scagni, la mamma 34enne uccisa a coltellate il primo maggio dello scorso anno dal fratello maggiore Alberto. Questa mattina è stata ascoltata in aula la nonna dei due fratelli, Ludovica Albera, 92 anni.

Assenti Antonella Zarri e Graziano Scagni, i genitori della vittima e dell'imputato, che ieri avevano rinunciato alla costituzione di parte civile in polemica con il giudice.

L'anziana ha raccontato di avere paura del nipote. "Alberto da piccolo era un bambino timido, ma crescendo era cambiato. Un anno fa ha iniziato a chiedermi soldi, voleva 50mila euro. Ho cominciato ad avere paura, ho cambiato molte volte la serratura di casa, perché lui cercava di entrare".

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È poi entrata più nel dettaglio raccontando di mesi di paure e in particolare dell'episodio della porta di casa incendiata dal nipote. Ma la figlia e il genero avevano deciso di portarla in salvo in Piemonte, dopo che Alberto aveva minacciato al telefono di uccidere lei, la sorella Alice e il cognato.

"Quando stavamo andando ho chiesto a mio genero di passare da Alice, gliel'ho chiesto cento volte….. non ha voluto. Quel giorno mentre mi figlia mi portava in Piemonte in auto gridai più volte di andare da Alice, forse potevo salvarla, ma non ci fu verso", ha detto la 92enne tra le lacrime, aggiungendo: "Se avessi saputo quello che è successo l’avrei sicuramente denunciato, ma mia figlia mi avrebbe ammazzato".

Infine, se l'è presa proprio con la figlia, ripetendo quanto già scritto in una lettera, acquisita agli atti del processo, subito dopo la tragedia. "Alberto aveva telefonato dicendo che lui voleva andare ad ammazzare Alice e Gianluca. (I genitori ndr) dovevano andare da loro, perché sono stati ad aspettare la polizia? Una madre deve aspettare la polizia? Lo sapevano, cosa ci voleva ad andare?", ha chiesto ripetutamente.

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