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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni, la madre denunciò minacce dal figlio: “Non fateci fare la fine dei coniugi Neumair”

La madre dei fratelli Scagni denunciò le minacce del figlio Alberto almeno 24 ore prima che il 42enne uccidesse a coltellate la sorella Alice. Secondo quanto raccontato dalla donna, Scagni avrebbe minacciato più volte i genitori di morte nel caso in cui non gli avessero dato denaro. Si indaga per omissioni di atti d’ufficio e l’omissione di denuncia di polizia giudiziaria.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
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Alberto Scagni aveva minacciato i genitori poco prima di uccidere la sorella Alice, di 34 anni, con 17 coltellate. "Se non mi date i soldi vi taglio la gola" avrebbe detto il 42enne ai genitori nelle 24 ore prima dell'omicidio. Per tre volte avrebbe minacciato la famiglia prima di recarsi in via Fabrizi a Quinto, a Genova, per accoltellare la sorella. Antonella Zarri, madre dei due, era stata ascoltata a verbale per almeno un'ora dagli agenti. Alberto, infatti, si era introdotto furtivamente nella casa dei genitori a Sampierdarena e poi li aveva minacciati di morte. "Mi raccomando – aveva detto la donna agli agenti dopo la denuncia – non ci fate fare la fine dei genitori di Benno Neumair". Uno dei poliziotti intervenuti avrebbe minimizzato: "Signora, non facciamola tragica". L'esistenza di questo verbale, già anticipata da Zarri all'ANSA, è stata svelata dal giudice Paola Faggioni nell'ordinanza di custodia cautelare con la quale è stato convalidato l'arresto di Benno.

La denuncia è alla base di un'inchiesta parallela che la Procura della Repubblica di Genova ha aperto ieri mattina per l'intervento tardivo delle forze dell'ordine sul caso. Una maggiore prevenzione, secondo quanto raccontato dai genitori della 34enne, avrebbe potuto salvarle la vita e impedire che Alberto Scagni si macchiasse di omicidio. Il procuratore Francesco Pinto e il sostituto Paola Crispo ipotizzano l'omissione di atti d'ufficio e l'omissione di denuncia di polizia giudiziaria. L'ultima accusa riguarderebbe proprio il verbale con le informazioni fornite dalla mamma dei due fratelli. Nel documento, secondo la Procura, si profilerebbe il reato di estorsione per il quale è prevista l'immediata comunicazione all'autorità giudiziaria. Il verbale della donna però è stato acquisito solo nei giorni dopo l'omicidio e il conseguente arresto di Scagni.

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Per quanto riguarda l'addebito di omissione di atti d'ufficio, nel mirino c'è la telefonata fatta dalla donna nella giornata di domenica, circa 6 ore prima del delitto. I genitori di Alberto Scagni avevano chiamato il 112, spiegando all'operatore di aver ricevuto diverse telefonate in cui il figlio aveva manifestato l'intenzione di uccidere i familiari, in particolare la sorella e il genero. I due avevano chiesto l'intervento delle volanti della questura davanti all'abitazione della 34enne, onde evitare che potesse accaderle qualcosa. La polizia, però, aveva ritenuto quella minaccia non particolarmente preoccupante, evitando quindi di inviare auto a Sampierdarena e a Quinto.

Sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati anche l'annotazione di polizia giudiziaria del 30 aprile, quando un'altra volante della polizia era intervenuta in via Balbi Piovera, presso l'abitazione della nonna di Scagni. L'anziana aveva accusato il nipote di aver dato fuoco alla porta di casa sua dopo che lei si era rifiutata di prestargli un'altra somma di denaro. I pm stanno cercando anche altri contatti: sarebbero almeno 5 "le situazioni analoghe da approfondire" che vedono coinvolti il 42enne e diversi familiari. Nelle prossime ore scatteranno gli interrogatori: saranno ascoltati anche gli agenti che hanno sentito a verbale Antonella Zarri, mamma dei fratelli Scagni.

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