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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni, la lettera priva di senso del fratello assassino: “Solletico, pallavolo”

“Solletico”; “Pallavolo”, “Solletico”; “Pallavolo”, sedici righe tutte uguali con le stesse parole. È la missiva che Alberto Scagni, il 42 enne che il primo maggio del 2022 ha ucciso con 17 coltellate la sorella Alice, ha inviato alla loro madre. Forse reminiscenze di lui con Alice o parole scelte a caso, ma in ogni modo denotano che sta male” ammette la donna.
A cura di Biagio Chiariello
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Alberto Scagni è di nuovo senza avvocati. I legali del 42enne che il primo maggio di un anno fa ha ucciso la sorella Alice con 20 coltellate hanno dismesso oggi il mandato “per difficoltà nella gestione del processo” e divergenze con l’assistito, spiegano Simone Queirolo Cometti e la collega Michela Beatini, in vista del processo che si aprirà il prossimo 9 giugno.

Alberto, intanto, dal carcere di Marassi, continua a riempire fogli su fogli. All’indomani dell’anniversario della morte della sorella, l'uomo aveva scritto una lettera destinata a sua madre, Antonella Zarri, dal contenuto ripetitivo e apparentemente incomprensibile: "Ciao mamma", poi "Solletico"; "Pallavolo", "Solletico"; "Pallavolo", sedici righe tutte uguali con le stesse parole.

"Potrebbero essere reminiscenze di lui con Alice o parole scelte a caso, ma in ogni modo denotano che sta male – commenta la stessa Antonella Zarri – è lo stesso Alberto del giorno dell'omicidio, una persona con cui è impossibile negoziare, che vede complotti ovunque e non si rende conto che è in una situazione disperata anche dal punto di vista processuale. Purtroppo rinnova il nostro senso di impotenza totale di quei giorni e la rabbia che nessuno ci abbia aiutato quando abbiamo detto che andava fermato".

Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni)

Un particolare che riapre nuovamente il dibattito sulla presunta infermità totale o meno dell’imputato, che al momento è stato ritenuto dal consulente della Procura in grado di sostenere il processo che lo attende tra due settimane.

In occasione dell'anniversario del brutale omicidio, la madre di Alice e Alberto, aveva ricordato con dolore quel tragico primo maggio, puntando il dito contro la procura per la gestione del caso:

“Io, Antonella Zarri Scagni sono andata a trovare mio figlio Alberto in carcere. L’assassino di mia figlia Alice. Il consulente del Pubblico Ministero non sa nemmeno di che parla. Per lui e per l’ufficio che rappresenta noi siamo solo pedine di un risiko dove debbono vincere loro senza rendersi conto che a perdere sarà la credibilità dello Stato”.

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