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Omicidio di Alice Scagni a Genova

Alice Scagni, indagati 2 poliziotti e un medico per omissione. La mamma: “Tragedia evitabile”

Due poliziotti e un medico risultano indagati a vario titolo con l’accusa di di omissioni di atti di ufficio e omessa denuncia nell’ambito dell’omicidio di Alice Scagni, uccisa dal fratello Alberto a Genova. La mamma: “La tragedia avrebbe potuto essere evitata”.
A cura di Ida Artiaco
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Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni).
Alberto e Alice Scagni (foto dal profilo Facebook di Alberto Scagni).
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Si allarga l'inchiesta sulla morte di Alice Scagni, la mamma 34enne uccisa con 19 coltellate dal fratello Alberto lo scorso maggio a Genova. Due poliziotti e un medico risultano infatti indagati con l'accusa a vario titolo di omissioni di atti di ufficio e omessa denuncia in seguito ad un esposto presentato dalla famiglia della vittima.

"La notizia che finalmente ci sono tre indagati sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere, è un primo passo verso l'accertamento della verità", ha detto il legale che assiste i genitori di Alice, Fabio Anselmo.

Nello specifico, a essere indagati sono una dottoressa della Salute mentale che avrebbe temporeggiato dopo la richieste dei genitori di ricoverare il figlio, e i due agenti, che non si sarebbero attivati dopo la chiamata del padre e della madre della vittima il giorno stesso dell'omicidio dopo una serie di minacce ricevute.

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"Lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia? Se non trovo i soldi sul conto tra 5 minuti, lo sai dove cazzo sono?", aveva detto Alberto al padre che aveva registrato la telefonata: erano circa le 13 di quell'1 maggio.

Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato Scagni semi infermo di mente, mentre per la Procura di Genova sarebbe pienamente capace, secondo quanto stabilito da Giacomo Mongodi, psichiatra e consulente del pubblico ministero Paola Crispo, titolare sia dell'indagine sull'omicidio, sia di quella sulle presunte omissioni di polizia e dei medici di Salute mentale per gli allarmi lanciati dai familiari nelle settimane precedenti il delitto. In totale disaccordo proprio i genitori, che considerano loro figlio del tutto incapace di intendere o volere.

"Per noi avere tre indagati equivale a un avanzamento verso la verità ma questa ci provoca ancora più dolore perché ci conforta sul fatto che la tragedia avrebbe potuto essere evitata – ha commentato Antonella Zarri, mamma di Alice e Alberto -. Adesso vogliamo essere riconosciuti come parte offesa e poter avere accesso alla carte, finora abbiamo saputo tutto attraverso i giornali, inoltre vogliamo poter fare ascoltare le registrazioni delle telefonate alla polizia e le risposte che ci sono state date".

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