Alice Scagni, chiesta l’archiviazione della denuncia verso Polizia, la madre: “Familiari sotto accusa”
"La procura di Genova ha chiesto l'archiviazione della nostra denuncia nei confronti della Polizia di Stato per essere rimasta inerte davanti alla nostra richiesta di aiuto". A parlare è Antonella Zarri, madre di Alice e Alberto Scagni, il 40enne che il 1 maggio del 2022 ha ucciso la sorella sotto casa a Genova. "Avevamo percepito che la follia di nostro figlio costituisse un pericolo per noi e per la nostra Alice. Poche ore dopo si consumava il dramma della nostra famiglia. Siamo stati messi sotto accusa per tutto quello che è accaduto".
Zarri, che è una dei testimoni ascoltati nel corso del processo per omicidio che vede imputato Alberto Scagni come "in grado di stare a giudizio", ha parlato a Fanpage.it della richiesta della Procura di Genova davanti alla denuncia per mancato soccorso nei confronti della Polizia di Stato. "Noi genitori – spiega – siamo stati messi sotto accusa. Forse ne siamo responsabili. Ci è sembrato naturale cercare di proteggere i nostri figli e noi stessi chiedendo aiuto alle istituzioni. Nei giorni precedenti l’uccisione di Alice abbiamo tentato di contattare per oltre 60 volte il centro di salute mentale cui c’eravamo rivolti per arginare l'escalation della malattia mentale di Alberto. Abbiamo più volte chiamato il 113 perché spaventati, ci è stato risposto di chiuderci in casa fino al lunedì. Quel giorno era domenica e la nostra famiglia non è arrivata a lunedì. Siamo noi i colpevoli?".
La madre di Alice e Alberto ha poi fatto un riferimento alla politica che ha commentato l'omicidio avvenuto a Genova un anno fa. "Il capogruppo della Camera dei deputati di Fratelli d'Italia ha già emesso la sua sentenza, dice che Alberto "non era matto". Ora io mi chiedo se i magistrati che si occupano della nostra tragedia siano parenti stretti di appartenenti alla Polizia o simpatizzanti con i partiti di governo. Se è cosi, oggi mi sento disorientata come cittadina e come madre. Non sono io ad aver creato questa politicizzazione estrema della Giustizia, ho solo chiesto invano aiuto allo Stato e dallo Stato sono stata accusata insieme a mio marito. Ma cosa è lo Stato? Siamo colpevoli soltanto io e Graziano".
"È tutto più semplice – ha concluso la donna che da mesi lotta per ottenere giustizia per i suoi figli al fianco di Fabio Anselmo, legale che seguì tra gli altri anche il caso di Stefano Cucchi -. Ha ragione il partito di Governo. Non abbiamo alcuna speranza. Lo avevo previsto perché ci era stato subito spiegato dal nostro avvocato. Ma quel che stiamo facendo noi genitori lo dobbiamo ad Alice che non c’è più ed ad Alberto che si è di fatto ucciso. Noi non contiamo nulla. Siamo solo cittadini".