Alice Neri, trovato un reggiseno sul luogo del delitto: carabinieri a caccia di tracce e impronte
A più di un mese e mezzo di distanza dal giorno del ritrovamento del corpo carbonizzato di Alice Neri, vanno avanti le indagini degli inquirenti per chiarire quanto accaduto con esattezza nella notte tra il 17 e il 18 novembre a Concordia.
Il principale sospettato per l’omicidio della giovane mamma di Ravarino è Mohamed Gaaloul, tunisino di 29 anni che è stato arrestato in Francia e che ora, dopo l’estradizione in Italia, si trova in carcere a Modena.
Gaaloul è stato interrogato il 5 gennaio scorso: ha reso dichiarazioni spontanee davanti al giudice per le indagini preliminari, sostenendo di trovarsi in Francia per lavoro e non perché stava cercando di scappare dopo il rinvenimento dei resti della 32enne. Secondo una prima ricostruzione, il 29enne sarebbe stato l'ultima persona a vedere Alice Neri viva la notte del 18 novembre scorso.
Su consiglio del suo legale, Roberto Ghini, il giovane tunisino non ha risposto alle domande che gli ha rivolto il gip. L'avvocato intanto fa presente che sta valutando se presentare o meno richiesta al tribunale del riesame. Per il momento non vuole entrare nel merito delle accuse, ma ha fatto sapere di aver chiesto l’autorizzazione ad avere copia dei video di quella notte.
Intanto si spera che nuove risposte possano arrivare da un indumento trovato sul luogo del delitto. Si tratta di un reggiseno rosa, in parte bruciato e con la chiusura a fascia, che era adagiato su un cumulo di cenere. Ne dà notizia oggi Il Resto del Carlino che scrive che il marito della vittima, Nicholas Negrini, non esclude che quell’indumento potesse appartenere alla moglie, trattandosi di un capo di abbigliamento simile a quelli che era solita indossare.
I carabinieri ora potrebbero analizzare il reggiseno, anche per escludere qualsiasi collegamento con il delitto e, di conseguenza, la presenza di eventuali tracce e impronte digitali.