Alice Neri, spuntano altre due auto vicino al luogo della morte: analisi anche sulla fede matrimoniale
Continuano le indagini sulla morte di Alice Neri, la mamma di 32 anni trovata carbonizzata in auto nelle campagne di Concordia, nel Modenese, lo scorso novembre.
Stando a quanto riporta Il Resto del Carlino, al vaglio degli inquirenti ci sarebbero due automobili immortalate dalle telecamere di videosorveglianza nei pressi di via Mazzalupi e stradine limitrofe la notte in cui Alice è stata brutalmente ammazzata. Si tratta di vetture diverse dalle due Mito bianche, il cui coinvolgimento è già stato escluso, trattandosi di operai che passavano quella mattina intorno alle 5 sulla provinciale per recarsi a lavoro.
Il che potrebbe anche significare il coinvolgimento di altre persone nel delitto oltre a Mohamed Gaaloul, il 29enne che al momento resta il principale sospettato per la morte della 32enne. Secondo la Procura la prova più importante del suo coinvolgimento è la fuga repentina in Francia pochi giorni dopo l’assassinio. Poi c’è la testimonianza del 29enne: è lui stesso ad ammettere di aver accettato un passaggio da quella giovane donna bionda.
Sicuramente il giovane è arrivato la notte della scomparsa di Alice allo Smart Cafè di Concordia: le telecamere lo riprendono mentre alle 2.57 percorre la strada in sella ad una bicicletta per poi arrivare davanti al locale 2 minuti dopo. Proprio quella borsa a tracolla che si vede chiaramente nelle immagini sarà oggetto di analisi tecniche nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura, insieme ad altri oggetti, tra cui la fede matrimoniale e l'anello di fidanzamento della vittima, rinvenuti dagli inquirenti all’interno della sua auto carbonizzata.
Il 29enne – in base alle telecamere – intorno alle 3.30 di quella notte si dirige verso l’auto di Alice, ancora presente all’esterno del bar ma, successivamente, si vedono solo sagome e, alle 3.40, l’auto di Alice che si allontana. Cosa sia successo dopo resta ancora avvolto dal mistero.
Intanto, si attende il prossimo 3 febbraio, giorno in cui è stata fissata l'udienza al Riesame dopo che l’avvocato Roberto Ghini, difensore di fiducia di Mohamed Gaaloul, ha presentato richiesta di scarcerazione e la fissazione dell’incidente probatorio chiesto per tutti e tre gli indagati: il tunisino 29enne, il marito della vittima e il collega di lavoro con il quale Alice ha trascorso la sua ultima notte in vita.