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L'omicidio di Alice Neri

Alice Neri, spunta ipotesi di un altro appuntamento prima dell’omicidio. Chiesto incidente probatorio

Chiesto l’incidente probatorio sui reperti raccolti relativi alla morte di Alice Neri, la 32enne trovata senza vita nella sua auto carbonizzata il 18 novembre scorso.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alice Neri (foto Facebook)
Alice Neri (foto Facebook)
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La Procura di Modena ha chiesto l'incidente probatorio sul caso relativo alla morte di Alice Neri, trovata senza vita nella sua auto carbonizzata nelle campagne di Concordia lo scorso 18 novembre. L'accertamento, per il quale ancora non è stata fissata una data, riguarderà il marito della vittima, Nicholas Negrini, il collega di lavoro incontrato poco prima della scomparsa e Mohamed Gaaloul, che resta il principale sospettato dell'omicidio. L'incidente probatorio permetterà di acquisire prove ed effettuare verifiche tecniche irripetibili sui reperti raccolti, a iniziare dal borsello che il 29enne aveva con sé la sera della scomparsa di Alice. Non sarebbero invece ancora stati ritrovati gli abiti indossati quella sera dall'uomo.

A tal proposito saranno ascoltati tre testimoni che avrebbero visto Mohamed rientrare a casa la mattina del 18 novembre con gli abiti sporchi di olio. Altri accertamenti saranno effettuati sul bidone rinvenuto sul luogo del delitto e sui mozziconi di sigaretta trovati a terra poco lontano dall'auto. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori anche il computer della vittima che potrebbe fornire ulteriori elementi sui suoi spostamenti poco prima dell'appuntamento con il collega presso lo Smart Cafè.

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Secondo quanto ricostruito, infatti, prima di tornare a casa e dirigersi verso il locale per l'aperitivo, Alice avrebbe incontrato un altro uomo con il quale lavorava. Tutto resta per il momento nel campo delle ipotesi e gli investigatori continuano a mantenere il massimo riserbo sullo sviluppo dell'inchiesta che va avanti da mesi.

Mohamed Gaaloul resta nel frattempo nel carcere di Sant'Anna in attesa dell'udienza del 3 febbraio in cui il Riesame valuterà la richiesta di scarcerazione presentata dal legale del 29enne. Secondo l'avvocato, infatti, le prove raccolte finora contro il suo assistito non sarebbero determinanti.

Di diverso avviso sarebbero invece le autorità che ritengono Gaaloul il principale sospettato dell'omicidio. A sostegno della tesi, secondo quanto dichiarato, vi sarebbero "prove schiaccianti a suo carico" come le riprese delle telecamere di videosorveglianza dello Smart Cafè e intercettazioni collezionate nei giorni dopo il delitto.

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