“Alice Neri provò a difendersi dalle coltellate con tutte le sue forze”: le conclusioni del consulente
Alice Neri provò a difendersi con tutte le sue forze. È questa la conclusione a cui è giunto Vittorio Gatto, consulente nominato dalla procura di Modena nell'ambito delle indagini sulla morte della madre 32enne il cui corpo carbonizzato è stato rinvenuto nella propria auto a Fossa di Concordia, nel Modenese, il 18 novembre dello scorso anno.
Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, ciò sarebbe dimostrato dalle lesioni riscontrate sul corpo della vittima. Inoltre, era già morta quando l'autore dell'omicidio diede fuoco al suo corpo, martoriato da diverse coltellate inferte con violenza. Si è parlato di almeno 5 o 6 colpi con arma bianca e un fendente avrebbe raggiunto il cuore della giovane mamma.
Il perito ha inoltre fornito nuovi elementi emersi dagli esami tossicologici sui tessuti biologici. La donna, dicono le risultanze, aveva assunto cocaina e alcolici prima di essere uccisa, assunzione che non avrebbero avuto alcuna relazione con la morte della giovane, anzi causato dalle coltellate inferte con violenza inaudita. Il decesso anteriore al rogo, secondo il medico legale, è confermato dal mancato riscontro di inalazione di materiale fuligginoso nelle vie aeree.
Le indagini si avviano così verso la conclusione. Il principale sospettato per l'omicidio di Alice Neri resta il 29enne Mohamed Gaaloul, catturato a dicembre tra la Francia e la Svizzera, a carico del quale la Procura parlò subito dopo il fermo di "gravi indizi di colpevolezza". L'uomo, che resta l'unico indagato per l'omicidio, sarebbe stato l'ultimo ad aver vista la notte della scomparsa, tra il 17 e il 18 novembre scorsi davanti allo Smart Caffè di Concordia.