Alice Neri, parla il marito Nicholas: “Confuso da cosa sta emergendo, qualcuno non dice tutto”
"Al momento, con le poche cose che sappiamo, è difficile anche solo pensare di mettere il cuore in pace e andare avanti". Lo ha detto ai microfoni della trasmissione Pomeriggio 5 Nicholas Negrini, marito della 32enne Alice Neri trovata morta in un'auto carbonizzata nelle campagne di Concordia. Gli inquirenti di Modena continuano a cercare di ricostruire quanto accaduto alla giovane mamma e stanno scandagliando la vita privata di Nicholas, indagato per un atto dovuto e dell'amico che per ultimo ha visto Alice viva. Agli indagati si è aggiunto ora un terzo uomo, il 29enne Mohammed Gaaloul, attualmente all'estero.
"Per me è difficile anche solo vivere la giornata. Devo andare avanti insieme a mia figlia e devo farlo anche per lei, ma sono ancora tante le cose che dobbiamo affrontare. Alla bimba ho solo detto che la mamma non c'è più, ma ci sono ancora altri step da compiere per dirle addio – ha affermato Negrini -. In questo momento riesco solo a seguire gli sviluppi della vicenda e resto confuso da tutte le cose che emergono ogni giorno. Sono convinto che ci siano persone che non dicono tutta la verità".
Secondo il compagno della 32enne, infatti, il collega di lavoro Marco non avrebbe rivelato agli inquirenti tutta la verità. "Non ha aspettato che mia moglie salisse in macchina la sera della scomparsa e nonostante tutto non ha neppure mai chiamato noi familiari" ha concluso.
Un'opinione condivisa con il fratello di Alice, uno dei primi a dare il via alle ricerche il mattino dopo la scomparsa. "Il comportamento di Marco non mi convince – ha sottolineato anche lui ai microfoni di Mattino Cinque -. Ha avuto un atteggiamento ambiguo che mi lascia perplesso. Non ha aspettato che mia sorella fosse in auto prima di andar via dal parcheggio e questo potrebbe esserle costato la vita. Non ho una buona considerazione di lui perché i suoi atteggiamenti non me lo consentono, non mi sembra una persona empatica. Ci sono troppe cose che non tornano: non ci ha mai chiamati e dopo 20 giorni rilascia una testimonianza che incrimina un'altra persona. Vorrei sapere perché ha avuto sospetti proprio su quel 29enne. Se ha avuto paura di lui per qualche motivo che non sappiamo, perché non ha aspettato che mia sorella fosse a bordo della sua macchina prima di andar via?"