Alice Neri, indagini escludono coinvolgimento del terzo uomo: “Il collega non era in zona quella sera”
Le indagini svolte finora escludono l'esistenza di un "terzo uomo" nella vicenda giudiziaria di Alice Neri. A spiegarlo è il Gip di Modena Andrea Scarpa, che non ha accolto la richiesta della difesa del marito della 32enne di far analizzare in incidente probatorio la tuta da lavoro di quel collega che, secondo quanto emerso, aveva una relazione con la vittima. Il "terzo uomo", mai iscritto al registro degli indagati. Secondo il gip, si può escludere "con certezza" la presenza del collega della donna nell'area dove l'auto è stata vista per l'ultima volta nella notte tra il 17 e il 18 novembre, intorno alle 5.15 del mattino.
Resta Mohamed Gaaloul il principale sospettato dell'omicidio e attualmente si trova in carcere come da conferma del Riesame. L'uomo è stato rintracciato in Francia, dove secondo Procura e carabinieri era fuggito dopo la morte della donna per evitare il coinvolgimento delle indagini e l'arresto. Indagati fin dall'inizio delle indagini anche il marito di Alice e il collega sardo con il quale la 32enne aveva passato la serata del 17 novembre al tavolo dello Smart Cafè prima di incontrare Mohamed Gaaloul nel parcheggio del locale.
Per il nuovo incidente probatorio con udienza fissata per il 28 aprile, il giudice ha ritenuto superflua l'analisi della tuta da lavoro del terzo uomo proposta dagli avvocati di Nicholas Negrini. Saranno invece analizzati un fazzoletto, due mozziconi, resti di anelli e una spilla trovati sul luogo del ritrovamento del corpo nelle campagne di Concordia. Secondo il giudice, l'analisi della tuta del terzo uomo sarebbe "del tutto superflua" perché il collega avrebbe "un alibi di ferro". Gli accertamenti sulla localizzazione del cellulare dell'uomo e le dichiarazioni della moglie sono congruenti tra loro. I suoi spostamenti, inoltre, non sono compatibili con la presenza nella zona di Concordia e Fossa di Concordia.