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L'omicidio di Alice Neri

Alice Neri, il collega delle lettere d’amore: “Ho cancellato dal mio telefono le chat con lei”

L’uomo che scrisse le lettere d’amore trovate dai carabinieri tra gli oggetti personali della 32enne ravennate trovata morta carbonizzata: “Aveva più profili falsi su Facebook, ho cancellato tutti i suoi messaggi”
A cura di Biagio Chiariello
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Il collega di Alice Neri, autore delle lettere d'amore indirizzate alla giovane mamma di Ravarino, trovata morta carbonizzata all'interno della sua auto nelle campagne di Fossa di Concordia, ha detto agli inquirenti di aver cancellato i messaggi nella chat che intratteneva con la 32enne. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno trovato nell'armadietto personale di Alice Neri, al lavoro, foto, missive e oggetti che aprono nuovi scenari sul delitto di Alice.

Secondo quanto confermato da fonti investigative a Fanpage.it, la 32enne avrebbe invece espresso preoccupazione davanti alle amiche per quei messaggi insistenti.

"Da quando è successo quello che è successo, io di lei non ho più neppure il numero. Se avevano qualcosa contro di me…", ha affermato il collega, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino.

“L’ultimo messaggio di Alice? Non ce l’ho registrato. Non ho più la chat di Alice. L’ho cancellata. Perchè avrei dovuto tenerla? Mi disse in pausa pranzo che si doveva vedere con questo collega del lavoro. Stop".

Secondo quanto raccontato dall'uomo, Alice lo avrebbe contattato "con un profilo Facebook falso inizialmente" nel luglio 2022. In quella circostanza, ha spiegato, la vittima si era presentata come ‘Dany’, utilizzando pare il nome di un collega appena arrivato in azienda. A quanto spiegato, la 32enne aveva più di un profilo sul social network.

"Lei, il giorno in cui è scomparsa mi ha detto che dopo il lavoro doveva incontrare un ex collega – spiega infine – un ex collega di un’azienda di verniciatura. Io ero il suo amico, l’amico della fabbrica. Parlavamo tanto, si sfogava con me".

Alice Neri
Alice Neri

Al momento il principale sospettato per l'omicidio di Alice Neri resta Mohamed Gaaloul. Ed ora c'è ancora più attesa per l’incidente probatorio del 6 marzo durante il quale saranno sentite le testimonianze dei tre tunisini che sostengono di aver visto il 29enne, in carcere dopo l'arresto avvenuto il 14 dicembre in Francia, rientrare a casa sporco d’olio la mattina del giorno del ritrovamento dell’auto e del corpo di Alice carbonizzati. L’ipotesi della Procura è che l’olio con cui Gaaloul si sarebbe sporcato possa essere l’accelerante utilizzato per appiccare il fuoco all’auto e al corpo della giovane ravarinese.

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