Alice Neri, il collega che l’ha vista per l’ultima volta: “Mai scappato, mio silenzio per rispetto”
Sarebbero state proprio le sue dichiarazioni agli inquirenti, insieme a quelle del marito di Alice Neri, a dare una svolta alle indagini sulla misteriose morte della donna facendo arrivare al terzo uomo, ma il collega che per l'ultima volta ha visto la 32enne trovata carbonizzata nella sua auto a Concordia, nel Modenese, si è sempre contraddistinto per il suo silenzio nella terribile vicenda.
Un silenzio che, a detta degli avvocati dell'uomo, è solo il frutto di un loro consiglio e della volontà di tenere un basso profilo per rispetto della vittima e dei suoi famigliari. Secondo i legali, infatti, l'uomo non si è mai negato agli inquirenti, non è andato in Sardegna, sua regione di origine, e ha sempre raccontato ogni minimo dettaglio di quella sera in cui ha trascorso diverso tempo con Alice Neri prima di salutarla.
L’uomo, così come il marito della donna, era stato iscritto subito nel registro degli indagati ma la sua versione dei fatti viene ritenuta coerente da parte degli investigatori.
Come confermato anche dalle telecamere del locale, Alice Neri e il collega hanno trascorso tutta la serata in un bar a circa trenta chilometri dal paese di residenza della donna, trasferendosi poi all'esterno dello stesso quando il locale ha chiuso, approfittando della sala slot adiacente che rimane sempre aperta.
L'uomo ha rivelato che nello stesso locale per tutta la durata della loro permanenza vi era anche un loro conoscente, il 29enne tunisino residente proprio a Concordia e ora indagato ma non più in Italia, che non si sarebbe mai avvicinato ma si sarebbe aggirato tra la sala slot e il parcheggio per tutto il tempo. Lo stesso parcheggio dove Alice era rimasta a chattare sul telefono dopo aver lasciato il locale e dove si teme sia stata vittima di qualcuno
"Venerdì scorso è stato sentito dalla procura e ha fornito elementi utili alle indagini. Teniamo a precisare che il nostro assistito non è tornato in Sardegna, ma che il silenzio sulla vicenda gli è stato consigliato dai suoi avvocati sin dall'inizio, anche per rispetto della vittima e dei suoi famigliari "hanno spiegato i legali.
Un comportamento che però non è piaciuto proprio ai familiari di Alice Neri. "Dicono che la deposizione del collega sia stata determinante, ma nei nostri confronti lui ha avuto un comportamento ambiguo. Avrebbe potuto fare di più. Non ha mai risposto al messaggio vocale che gli abbiamo mandato il giorno dopo la scomparsa di Alice né ha telefonato al marito" hanno dichiarato il fratello e la mamma di Alice Neri.