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L'omicidio di Alice Neri

Alice Neri, i giudici ipotizzano il movente sessuale: “Robusto quadro indiziario” a carico di Gaaloul

Per i giudici non è escluso il movente sessuale nell’omicidio di Alice Neri. Lo scrive il tribunale della Libertà di Bologna, nell’ordinanza di rigetto del ricorso di Mohamed Gaaloul, il 29enne accusato di omicidio e distruzione del cadavere della 32enne trovata carbonizzata nella sua auto.
A cura di Chiara Ammendola
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Alice Neri e Mohamed Gaaloul
Alice Neri e Mohamed Gaaloul
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Una lite, una colluttazione sfociata nell'omicidio, o anche un'aggressione sessuale. È quanto i giudici ipotizzano sia accaduto tra le 4 e le 5 del mattino la notte in cui Alice Neri è stata uccisa. In quell'ora la 32enne era in compagnia di Mohamed Gaaloul, 29 anni, in carcere con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere.

Secondo i giudici del tribunale della Libertà di Bologna che hanno rigettato il ricorso presentato dal legale, "si può ipotizzare anche un movente sessuale", con una violenza o un tentativo di aggressione da parte del 29enne di origini tunisine. Ipotesi sulle quali si continuerà a indagare, ma nonostante l'attuale assenza di certezza di movente "non appare qui elemento idoneo a scalfire il robusto quadro indiziario esistente a carico dell'indagato".

Alice Neri con Nicholas Negrini
Alice Neri con Nicholas Negrini

Gaaloul, ricostruisce il tribunale, è l'ultima persona che ha trascorso del tempo con Alice, salendo in auto con lei all'uscita del bar dove la donna aveva passato la serata con un collega ed "è colui che, infine, ha dato fuoco alla vettura col corpo della ragazza".

Importante, in tal senso, è la testimonianza dell'amico raggiunto dall'indagato la mattina, che ha detto di averlo visto senza giubbotto e con gli abiti sporchi di olio, presumibilmente il combustibile utilizzato per appiccare il rogo. Proprio l'amico e altri due connazionali che vivono con lui sono stati sentiti sul punto in incidente probatorio.

Alice Neri insieme al fratello
Alice Neri insieme al fratello

Per i giudici, inoltre, non ci sono prove che Alice sia morta per un mix di stupefacenti, come ipotizzato dalla difesa, avvocato Roberto Ghini: “Non può dirsi dimostrato – dice il tribunale – che quella mattina avesse assunto cocaina”. Infine, "non è dato comprendere come si possa sostenere che l'indagato non sia fuggito", dal momento che si è sottratto a due tentativi di cattura all'estero.

Per l'avvocato Cosimo Zaccaria, difensore dei familiari di Alice, emerge una "situazione di gravissima gravità indiziaria, resa ancora più evidente dagli esiti confermativi dell'incidente probatorio". Il tribunale del Riesame, sottolinea, "ha voluto rimarcare l'assenza di uso di stupefacenti da parte di Alice, circostanza questa che impone maggior rispetto alla sua memoria".

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