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L'omicidio di Alice Neri

Alice Neri, continuano le indagini: chi è il “terzo uomo” che con lei scambiava lettere d’amore

Nell’ambito delle indagini sulla morte di Alice Neri, la 32enne trovata carbonizzata in auto a Concordia, è sempre più emblematica la figura del “terzo uomo”, collega di lavoro della vittima mai iscritto nel registro degli indagati, che con lei scambiava lettere intime e raccoglieva le sue confidenze.
A cura di Ida Artiaco
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Alice Neri (foto Facebook).
Alice Neri (foto Facebook).
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Mentre continuano le indagini sulla morte di Alice Neri, la mamma 32enne trovata carbonizzata nella sua auto nelle campagne di Concordia, nel Modenese, lo scorso novembre, appare sempre più emblematica la figura di quello che è stato ribattezzato "il terzo uomo" del mistero.

Si tratterebbe di un collega della donna, mai iscritto nel registro degli indagati, con il quale la vittima scambiava lettere d'amore e a cui affidava le proprie confidenze. Stando a quanto riporta Il Resto del Carlino, il 17 novembre scorso, giorno della scomparsa di Alice, i due sarebbero usciti molto presto di casa. I varchi ‘immortalano’ le targhe delle loro auto, a San Prospero, alle 5.42 e alle 5.48 ed entrambi ripartono, intorno alle 6.46 dalla zona di via Canalazzo.

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È poi già noto come sempre il 17 novembre, intorno alle 17, la vittima, prima di recarsi nel noto bar di Concordia con l’altro collega e terzo indagato per l’omicidio, Marco Cuccui, si trovasse in un bar di San Prospero con un altro amico e il terzo uomo sarebbe passato davanti al bar, forse per controllarla intorno alle 18.20.

Inoltre, la mattina del 18, poco prima che venisse ritrovato il cadavere di Alice, lo stesso collega era uscito di casa alle 5.27 per poi arrivare al bar, accanto al luogo di lavoro, alle 6.28. Un percorso che avrebbe impiegato poco più di dieci minuti e che invece ha effettuato in oltre un’ora.

Alice Neri e Mohamed Gaaloul
Alice Neri e Mohamed Gaaloul

Insomma, sono ancora molti i punti oscuri della vicenda, anche se al momento il maggiore sospettato resta il 29enne Mohamed Gaaloul, in carcere con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere.

Intanto, si attende l’esito dell’ennesimo reperto rinvenuto dai parenti della vittima insieme alla criminologa Sartori sul luogo dell’omicidio. Si tratterebbe di un pezzo di plastica della vettura che potrebbe contenere un frammento osseo.

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