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La morte di Alex Marangon

Alex Marangon, la nuova ipotesi del legale della famiglia: “Forse gettato nel Piave da un terrapieno”

“Seguiremo con la massima attenzione e con dei nostri consulenti tutti gli accertamenti e i sopralluoghi che verranno fatti” ha dichiarato l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali dei familiari di Alex Marangon, chiedendo accertamenti su tutti i presenti e ipotizzando che il 25enne possa essere stato lanciato da un terrapieno nel fiume Piave da qualcuno.
A cura di Antonio Palma
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Dopo essere stato picchiato, Alex Marangon potrebbe essere stato lanciato da un terrapieno nel fiume Piave da qualcuno. È la nuova ipotesi avanzata dell'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali dei familiari del barista di Marcon trovato morto su un isolotto del Piave il 2 luglio scorso, dopo la scomparsa durante un rito sciamanico a cui partecipava nell'abbazia sconsacrata di Vidor. "Seguiremo con la massima attenzione e con dei nostri consulenti tutti gli accertamenti e i sopralluoghi che verranno fatti" ha aggiunto il legale, riferendosi ai vari accertamenti tecnici sul posto disposti dalla Procura di Treviso che ipotizza il reato di omicidio.

Per gli inquirenti il giovane sarebbe stato selvaggiamente picchiato con un oggetto contundente da più persone prima di finire nel Piave, forse ancora vivo. "Dall’autopsia finora sono emerse lesioni, anche mortali, inferte da qualcuno. Se c’è un assassino la famiglia si aspetta che venga trovato” ha dichiarato l'altro avvocato della famiglia Stefano Tigani, spiegando che lo scopo è la ricerca della verità e non trovare n assassino a tutti i costi.

Alex Marangon
Alex Marangon

I familiari del 25enne non credono al racconto dei partecipanti al rito sciamanico secondo i quali Alex si sarebbe allontanato volontariamente in preda a dei deliri e  che loro lo avrebbero cercato per ore dopo aver sentito un tonfo. “Dicono che hanno sentito un tuffo dal belvedere dell'abbazia e alcuni hanno detto di aver sentito un grido e un tonfo. Perché allora non lo hanno cercato subito la sotto invece di cercarlo nei paraggi dell'edificio?" Si chiede Nicodemo Gentile.

"È necessario capire se ci sono delle situazioni che possono far dire che Alex è caduto o si è buttato da quel terrapieno, se ci sono alberi spezzati, rami, foglie o segni ematici" ha aggiunto il legale facendo riferimento al fatto che se Alex Marangon fosse caduto dal belvedere dell'Abbazia, non sarebbe potuto finire direttamente in acqua ma sulla vasta e fitta vegetazione che è sotto. Secondo i rilievi fatti finora sul posto, però, non è stato trovato il punto in cui il giovane è finito in acqua perché negli unici punti accessibili non vi sono tracce ematiche.

"Chiediamo con forza che siano fatte verifiche anche su tutti i soggetti presenti a quel rituale di cura circa l'uso di sostanze che, se venissero riscontrate, avrebbero alterato il loro ricordo e la genuinità delle dichiarazioni" ha aggiunto l'avvocato all'Ansa. "Continuiamo a pensare che Alex era andato in questo posto per vivere un momento intimo di serenità e spiritualità e purtroppo è stato trovato morto con grandi botte alla testa. Ci dispiace che si continuano a fare accertamenti che invece dovevano essere condotti prima" ha concluso il legale.

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