Alex Marangon, la famiglia ingaggia super esperta di tossicologia: “Scopriremo se ha assunto ayahuasca”
A quasi un mese dalla morte di Alex Marangon, il 25enne veneziano scomparso tra il 28 e il 29 giugno dopo aver partecipato ad un rituale sciamanico a Vidor, sono ancora moltissimi i punti oscuri della vicenda e poche le certezze su quanto accaduto quella notte. Per questo la famiglia del giovane barista ha deciso di fare proprie indagini di parte affidandosi anche ad esperti nel campo medico legale e tossicologico. Uno dei punti chiave della vicenda infatti è quale sostanza possano aver assunto lo stesso Alex e gli altri partecipanti durante il rito, in particolare se sia stato fatto uso di ayahuasca, un decotto allucinogeno che in altre occasioni è somministrato ai partecipanti di questi ritiri spirituali.
Un elemento fondamentale per chiarire anche lo stato di salute mentale del ragazzo e degli altri al momento dei fatti. Per questo la famiglia del 25enne ha deciso di affiancare al suo consulente medico legale anche una super esperta nel campo, la professoressa Donata Favretto, attuale responsabile del laboratorio di Tossicologia forense dell’università di Padova ed ex componente del Cnr. A lei la famiglia si affida in vista dell'esame tossicologico che sarà eseguito sul corpo di Alex Marangon nei prossimi giorni e per gli eventuali accertamenti anche su altri partecipanti che però per ora non sono previsti.
“Se vi sono tracce di ayahuasca e di altre sostanze psicotrope e allucinogene la professoressa lo scoprirà e vorremmo che l’analisi fosse estesa anche a tutti i partecipanti al rito” ha spiegato l’avvocato della famiglia Marangon ribadendo una richiesta che i parenti del giovane hanno fatto a più riprese. “Vorremmo che gli organizzatori ci dicessero davvero che cosa hanno fatto e che cosa hanno assunto perché ci sentiamo presi in giro quando sentiamo che è stata data solo una purga" hanno dichiarato infatti i genitori del 25enne che chiedono di fare piena luce sui fatti, rivelando che lo stesso Alex aveva detto loro che in quella occasione “il ritiro era più costoso ed era previsto qualcosa di speciale che ancora oggi non sappiamo".
Gli organizzatori e gli sciamani colombiani negano che sia stata usata l'ayahuasca che invece lo stesso Alex avrebbe raccontato di aver assunto nelle precedenti riunioni. “Si faccia l’esame del capello a chi ha partecipato al rito sciamanico” è la richiesta dei genitori che intendono chiarire la cornice in cui è avvenuta la tragedia nella speranza che possa finalmente fare luce sulla dinamica della morte di Alex Marangon.