video suggerito
video suggerito
La morte di Alex Marangon

Alex Marangon, la perizia non chiarisce il giallo: le domande ancora senza risposta sulla morte del giovane

La perizia medico-legale sul corpo di Alex Marangon, il giovane deceduto a fine giugno dopo aver partecipato a un rito sciamanico nell’abbazia di Vidor, non chiarisce il giallo. Si parla infatti di morte causata da una caduta dalla terrazza della chiesa, ma la vegetazione nel dirupo sottostante “smentisce” segni del passaggio del giovane.
A cura di Gabriella Mazzeo
0 CONDIVISIONI
Alex Marangon, 25 anni
Alex Marangon, 25 anni
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Secondo l'autopsia effettuata dal medico legale Alberto Furlanetto per conto della Procura, Alex Marangon sarebbe morto a causa di un'insufficienza cardiorespiratoria acuta terminale conseguente a un trauma cranico fratturativo. Nella relazione di consulenza tecnica si cerca di ricostruire cosa sia accaduto al barista 25enne che tra il 28 e il 29 giugno ha partecipato a un rito sciamanico nell'abbazia di Vidor.

Nelle oltre 15 pagine di perizia, si parla di "morte causata da una caduta dall'alto", molto probabilmente dalla terrazza panoramica dell'abbazia. Si fa riferimento a una serie di testimonianze di presenti che nel buio avrebbero udito "un respiro strozzato e poi un tonfo". Tuttavia, durante i rilievi specifici effettuati alla presenza del medico legale, non sono stati riscontrati nella scarpata sottostante al balcone panoramico dove Marangon sarebbe stato visto l'ultima volta, segni di una caduta con rottura di rami e danneggiamento della vegetazione.

La caduta dall'alto e le ferite sulle nocche delle mani di Marangon

Sempre secondo quanto rileva il medico legale, Marangon sarebbe morto dopo essere precipitato da 15 metri di altezza, molto probabilmente "con le mani in avanti". Si menzionano nel report una serie di lesioni contusive visibili sulle nocche del 25enne, ma poi si sostiene che Marangon non abbia provato ad aggrapparsi ai rami o ad arrestare la caduta con l'uso delle mani e si fa riferimento a una dinamica "compatibile con un gesto volontario" e non con un incidente o un omicidio.

D'altra parte, non risulta dai rilievi degli esperti una caduta di qualsiasi tipo nel dirupo che porta al letto del fiume Piave. La vegetazione e i rami degli alberi, infatti, sono rimasti intatti. Unica iniziale testimonianza dell'accaduto, la stessa dalla quale parte la relazione visionata da Fanpage.it, è quella di alcuni presenti al rito sciamanico che avrebbero detto di aver visto per l'ultima volta Alex sulla terrazza panoramica la cui balaustra, molto bassa e facilmente scavalcabile, affaccia proprio sulle rocce del fiume Piave dove il corpo senza vita del 25enne è stato ripreso da un drone il 1 luglio 2024.

Considerato che il cadavere del ragazzo è stato poi rinvenuto il 2 luglio circa 4 km più avanti dal punto evidenziato dal drone, si ipotizza che il corpo senza vita del 25enne sia rimasto "fermo" per ore e che sia poi stato trasportato dalla corrente diversi chilometri più avanti.

L'analisi delle lesioni sul corpo di Alex Marangon

Il medico legale ha effettuato l'autopsia sul corpo del ragazzo il 5 luglio 2024 e ha cercato di rispondere ai quesiti della Procura (che nel frattempo indagava per omicidio): il primo relativo alla presenza di stupefacenti e sostanze alcoliche nel sangue del giovane e il secondo sulle modalità del decesso e sulle cause della morte.

Secondo quanto evidenzia Furlanetto, Marangon è deceduto per insufficienza cardiorespiratoria acuta terminale conseguente a un trauma cranico fratturativo, ma le lesioni sul viso e sul torace non sarebbero state causate dalla caduta dall'alto (compatibile con la frattura del cranio ma "smentita" dalle condizioni del dirupo erboso). Secondo il medico legale, sono lesioni "causate in vita", molto probabilmente provocate da terzi, che nulla avrebbero a che fare con il decesso.

L'ipotesi dunque è che Alex sia stato picchiato e che poi, per cause da accertare, sia precipitato nel vuoto, morendo di fatto nel fiume dopo almeno 20 minuti di agonia.

Gli esami tossicologici non allegati alla relazione

Mancano le conclusioni degli esami tossicologici, non allegati alla consulenza. In poche righe si parla della dimostrazione preliminare dell'assunzione di ayahuasca e di cocaina, ma poi si specifica che "si resta in attesa di valutazioni di conferma". La relazione tossicologica era stata definita di "fondamentale importanza" all'inizio delle indagini per spiegare cosa fosse accaduto al 25enne di Vidor.

Le testimonianze "smentite" dal sopralluogo

Sebbene alcuni testimoni dicano di averlo visto sulla balconata dell'abbazia e si faccia riferimento alla presenza di ferite compatibili con una precipitazione dall'alto, i rilievi del sopralluogo hanno raccontato una storia diversa. Effettuati il 10 luglio 2024, avevano evidenziato che vegetazione e rami erano rimasti intatti, "smentendo" di fatto il passaggio di Alex.

Se fosse precipitato nel fiume, accidentalmente o in seguito a un gesto volontario, la vegetazione della scarpata sottostante avrebbe mostrato segni della caduta che però, come evidenzia più volte la perizia medico-legale, non vi sono.

Le iniziali indagini per omicidio

Nonostante le indagini per omicidio, nella perizia non si fa riferimento a un possibile delitto commesso da terzi nonostante la mancanza di tracce nella vegetazione di una precipitazione dalla terrazza nel dirupo. Non si parla neppure della possibilità che sia stata provocata da qualcun altro dopo il pestaggio, né si spiegano le lesioni alle nocche delle dita.

La relazione medico-legale sostiene infatti che non vi sia stato un tentativo di aggrapparsi a qualcosa da parte di Alex, ma parla comunque di una caduta avvenuta "con le mani in avanti" e di lesioni ben visibili sul loro dorso.

Nel report non si fa riferimento all'omicidio, ma si parla di cause del decesso e di mancanza di compatibilità della caduta con una dinamica accidentale.

La famiglia respinge il suicidio

La Procura di Treviso intende derubricare il fascicolo in "morte in conseguenza di altro reato" dall'ipotesi iniziale di omicidio. La famiglia di Alex respinge la ricostruzione legata a un suicidio. "Non spetta a noi decidere se si tratta di omicidio o morte come conseguenza di altro reato, – ha ribadito il legale Stefano Tigani che assiste la famiglia Marangon – ma sicuramente questo reato è stato commesso. Parlare di suicidio non è serio".

0 CONDIVISIONI
36 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views