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“Alex Cotoia è innocente, se non troverà lavoro lo assumerò io”: parla l’imprenditore Paolo Fassa

Alex Cotoia ha un “angelo custode”, l’imprenditore trevigiano Paolo Fassa che ha pagato per lui un avvocato penalista. Il 22enne è stato assolto per l’omicidio del padre violento avvenuto nel 2020 anche in appello bis. Fassa: “Sono felice, non è un delinquente, sono felice che i giudici lo abbiano capito”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Paolo Fassa e Alex Cotoia
Paolo Fassa e Alex Cotoia

Ha pagato le spese legali per Alex Cotoia, il giovane che è stato assolto proprio ieri, lunedì 13 gennaio, nel processo di appello bis per l'omicidio del padre violento avvenuto nel 2020.Ora Paolo Fassa esprime soddisfazione per l'assoluzione e promette di assumerlo se non dovesse trovare un buon lavoro.

"Sono molto contento che sia stato assolto, l'ho sentito subito dopo la notizia – spiega a Il Gazzettino il patron della Fassa Bortolo, l'azienda leader nella produzione di calcestruzzi -. Era felicissimo e lo era anche la madre. Cosa farà adesso? Se non trova un buon lavoro lo assumerò io stesso".

Il 22enne che ha cambiato cognome da Pompa a Cotoia (quello della madre ndr), è stato assolto davanti alla Corte di Assise di Appello di Torino. L'imprenditore trevigiano aveva pagato per lui le spese legali, colpito dalla sua storia.

"Ci ho sempre creduto, non ho mai dubitato della sua innocenza – ha spiegato -. Sono contento che anche i giudici lo abbiano capito. Rimasi colpito da come lo descrissero i suoi professori in televisione. Che gli amici lo definissero un bravo ragazzo era logico, ma che lo facessero gli insegnanti e il preside non era scontato, mi ha sorpreso".

Fassa ha scelto di intervenire per pagare un avvocato al 22enne che, per difendere la madre, uccise il papà violento durante una lite. "Era seguito da un legale d'ufficio, neanche un penalista. Non poteva permetterselo e così gli avrebbero dato 15 anni. Lui però non è un delinquente. Mi è sempre stato riconoscente".

Dopo la lettura della sentenza, Fassa ha contattato Cotoia e la madre. "Erano felicissimi. Io l'ho sempre spronato ad avere fede nei giudici. Sapevo che avrebbero visto che è un ragazzo in gamba. Ci siamo sentiti spesso, io ci sarò sempre per lui e suo fratello. Lo aiuterò anche in futuro se dovesse avere bisogno".

L'imprenditore ha affermato di voler assumere il 22enne nella sua azienda. "Se non sarà soddisfatto del suo lavoro, avrò sempre posto per lui. Si è laureato in Scienze della Comunicazione, starebbe bene nell'ufficio marketing e pubblicità. È un ragazzo intelligente e buono di animo".

"La sera in cui è degenerato il tutto, il padre era ubriaco – ricorda Fassa -. Alex gli aveva svuotato il bottiglione nel lavandino e lui lo aveva riempito di nuovo. Lo aveva buttato una seconda volta, temeva per la madre. Il resto della storia lo conosciamo tutti. Mi ha anche raccontato che lui e il fratello si alternavano per passare il weekend a casa, in modo che ci fosse sempre qualcuno a prendersi cura della mamma".

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