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Alessio Vinci, decodificato il messaggio cifrato del 18enne morto misteriosamente a Parigi

Secondo le due legali a cui il nonno di Alessio Vinci si era rivolto, la soluzione dell’enigma sarebbe da individuare nelle geolocalizzazioni del computer che il ragazzo aveva portato in Francia dove poi è stato trovato morto nel 2019.
A cura di Antonio Palma
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Potrebbe esserci una svolta nel misterioso caso di Alessio Vinci, lo studente ligure di 18 anni trovato morto in circostanze misteriose in un cantiere a Parigi nel gennaio 2019. Gli avvocati a cui il nonno si era rivolto prima di morire, sono riusciti a decodificare il messaggio cifrato che il giovane aveva lasciato nella camera d'hotel, scritto su un foglio, fotografato e lasciato sul desktop del Pc. "E.T.P. je sais CAM 381ASLCM", recita il codice criptico la cui sigla iniziale "E.T.P" era stata incisa da Alessio anche sotto la scrivania dell'alloggio torinese, dove si era trasferito per iniziare l'università. La notizia arriva dalla trasmissione di "Chi l’ha visto?" che da tempo si sta occupando del caso.

Il messaggio cifrato lasciato da Alessio Vinci
Il messaggio cifrato lasciato da Alessio Vinci

Secondo le due legali, la soluzione dell'enigma sarebbe da individuare nelle geolocalizzazioni del computer che il ragazzo aveva portato in Francia nel costoso albergo dove alloggiava. Una di queste infatti è un eliporto, l'Eliporto Terre Plein du Lavrotto, che corrisponde esattamente all'acronimo lasciato sul computer di Alessio Vinci. Si tratta di un eliporto per velivoli privati e vicino alla stessa banca della falsa ricevuta che Alessio aveva mostrato al nonno e sulla quale si leggeva di un prelievo di 500 euro e un saldo di 144 mila euro. Soldi  frutto di una vincita al casinò, aveva detto il ragazzo.

La decodifica però potrebbe essere solo l'inizio di una storia ancora tutta da chiarire. Il sospetto è che qualcuno possa essersi approfittato del giovane ritenuto un genio della matematica, iscritto al primo anno del corso di Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Torino. Dalle analisi dei tabulati della chiave elettronica, infatti, sembra che ci fosse qualcuno con lui nella sua camera ma non si sa chi fosse.

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La famiglia e gli amici non hanno mai creduto al suicidio. "Non era depresso, non era infelice, anzi, aveva preso la patente una settimana prima e non vedeva l’ora di scorrazzare con la mia macchina. Studiava ma aveva anche una vita fuori, fidanzate, amici, scooter" aveva raccontato il nonno Enzo Ferraro, che lo aveva cresciuto dopo la morte della mamma e della nonna. L'uomo si era sempre battuto per arrivare alla verità ma è morto nell'estate scorsa senza poter mai sapere cosa fosse accaduto al nipote Alessio Vinci.

Enzo Ferraro, nonno di Alessio Vinci
Enzo Ferraro, nonno di Alessio Vinci

Il corpo del ragazzo è stato rintracciato nelle prime ore del mattino del 18 gennaio 2019 ai piedi di una gru alta cinquanta metri a Parigi ma il nonno non sapeva nemmeno che fosse in Francia e lo credeva a Torino. "Mi aveva chiamato anche la sera prima di morire. Mi aveva chiesto se conoscevo qualcuno a Parigi, se sapevo qualcosa dell’hotel Le Méridien. Non era mai stato a Parigi. Ma io non avevo capito che era lì, non me l’aveva detto" aveva raccontato nel corso degli anni Ferraro. Prima di venire a mancare, il nonno si è opposto alla richiesta di archiviazione delle indagini.

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