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Alessio Vinci, avvocato a Fanpage dopo rinvio del gip: “Non si è suicidato, sul corpo ferite importanti”

Restano “congelate” le sorti delle indagini sul misterioso caso di Alessio Vinci, il diciottenne di Ventimiglia trovato morto in un cantiere a Parigi. “Sul corpo del ragazzo ferite probabilmente arrecate da un’arma” le parole del legale di famiglia, Sara Dettori.
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Le sorti delle indagini sulla morte di Alessio Vinci, lo studente di Ventimiglia trovato senza vita ai piedi di una gru in un cantiere a Parigi, si sarebbero potute decidere ieri 10 ottobre 2023 a Roma, ma così non è stato. Il gip del tribunale capitolino che avrebbe dovuto stabilire se archiviare o meno l'indagine sul caso non si è pronunciato e ora bisognerà attendere 15 giorni prima di poter chiudere definitivamente il capitolo.

Dopo la morte del diciottenne nel 2019, la Procura di Roma aprì un fascicolo presupponendo si trattasse di istigazione al suicidio ma in seguito alla battuta d'arresto subita dalle indagini, la polizia chiese l'archiviazione del caso. Un'ipotesi che non è mai stata accettata da Vincenzo Ferraro, il nonno del ragazzo che dal primo momento si è battuto per scoprire cosa si nascondesse dietro l'inspiegabile morte del nipote.

Sul caso di Alessio Vinci sta indagando l'avvocato Sara Dettori, la quale durante la trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" ha spiegato di essere probabilmente riuscita a decodificare il messaggio cifrato lasciato dal 18enne prima di morire. Ma sono ancora tanti gli aspetti da approfondire e gli interrogativi da risolvere tra cui lo stato dei luoghi al momento del ritrovamento del corpo, il mancato rinvenimento dello zaino grigio che il ragazzo indossava poco prima di morire, il cellulare integro nonostante la caduta di decine di metri e anche il mistero del computer che registrava attività nonostante Alessio fosse fuori casa. Cosa ha detto all'indomani dell'udienza il legale di famiglia a Fanpage.it.

Alessio Vinci
Alessio Vinci

Prevedeva questa decisione da parte del gip? Cosa pensa che succederà nella prossima udienza?

Non posso esprimermi molto a riguardo. Resto cauta, sono ottimista rispetto alle mie sensazioni perché anche se mi pronunciassi poi rimarrebbero solo tali. Quello che posso dire di sicuro è che durante l'udienza, durata più di un'ora, il gip era concentrato e ha prestato molta attenzione a tutto ciò che gli è stato presentato. In questi quindici giorni mi aspetto una sua diversa e precisa lettura del fascicolo che conta oltre duemila pagine. Speriamo che venga data una possibilità di accertare diversamente i fatti.

Che idea si è fatta di questa storia? Quali sono gli aspetti ancora oscuri sui quali si sta concentrando maggiormente?

Sono fermamente convinta che Alessio non sia suicidato, né per volontà né per istigazione. Ed è per questo che ho insistito con la richiesta di imputazione coatta a carico di ignoti nel corso dell'udienza. Posso dire con certezza che dalle scene acquisite dagli inquirenti dopo il ritrovamento del corpo di Alessio nel cantiere, è stato possibile notare numerosi elementi che protendono verso l'idea che ci sia stata una vera e propria colluttazione tra il ragazzo e qualcun altro quel giorno.

Il corpo di Alessio presentava ferite importanti in due parti diverse del corpo. Si tratta di alcuni fori che mi sento di dire con molta molta probabilità, sono stati provocati dall'utilizzo di un'arma, la quale poi è stata portata via dal luogo del delitto. Di quest'arma non è mai stata rinvenuta traccia.

Per quanto riguarda le geolocalizzazioni acquisite, queste sono assolutamente sospette perché sia dal computer che dal cellulare di Alessio fanno ritenere che entrambi i dispositivi sono stati hackerati e controllati da remoto. Tutto ciò è stato ampiamente documentato nel corso dell'udienza, è frutto di un importante lavoro di verifica, non sono sensazioni.

Secondo lei ci sono aspetti rilevanti che la Procura francese non ha evidenziato?

Dal mio punto di vista la Procura francese ha tralasciato importanti dettagli: non ha mai effettuato la comparazione tra le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza e quelle degli accessi alla stanza d'hotel di Alessio. Bastava verificare se qualcun altro stesse transitando nel corridoio in quelle ore e che quindi poteva aver incontrato il ragazzo.

Una svolta significativa è stata la possibile decodifica del messaggio cifrato lasciato in hotel. Quale lavoro c'è stato dietro?

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Diciamo di sì, potrei aver decifrato quel messaggio anche perché il computer è stato geolocalizzato lì (Eliporto Terre Plein du Lavrotto, ndr) più di una volta e ciò mi fa ritenere che sia questa la soluzione. Insieme con la mia collega ci siamo prese la briga di verificare ogni singola coordinata geografica traducendo i numeri della consulenza, accertando che il pc di Alessio in più occasioni è stato geolocalizzato nei pressi dell'eliporto.

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