Alessio Gaspari, scomparso da una nave da crociera: il silenzio dei colleghi, la reticenza di Costa
Le valigie pronte, praticamente chiuse. Ancora qualche ora e avrebbe preso un gommone per sbarcare a terra e poi un volo per tornare in Italia. Era contentissimo, sono sicuri i familiari. Aveva in programma una cena di pesce con la sorella, a cui aveva chiesto di preparare un piatto di crudi per festeggiare il rientro. Aveva anche già chiesto e ottenuto un passaggio da un amico per il viaggio dall’aeroporto a casa. E invece Alessio Gaspari, 25enne di Ortona, Chieti, terzo ufficiale di coperta della nave da crociera AIDAdiva, scompare in circostanze misteriose nella notte tra il 20 e il 21 gennaio mentre l’imbarcazione si trova in acque danesi. Il caso non è ancora stato formalmente chiuso dalle autorità locali, ma ai familiari dello scomparso hanno dato questa versione, senza dubbi: si tratta di un suicidio. Ora la procura di Roma, competente per i reati commessi contro i cittadini italiani che si trovano all’estero, ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo, al momento nei confronti di ignoti.
Alessio scomparso a 3 miglia dalla costa danese
Quando Alessio scompare nel nulla, la AIDAdiva si trova in rada a 3 miglia dalla costa danese. A bordo non c’è praticamente nessuno, soltanto 60 membri dell’equipaggio. Nessun passeggero e nessun viaggio in programma, poiché la pandemia ha completamente bloccato il turismo crocieristico. Di solito la nave accompagna i viaggiatori in un tour delle capitali del nord, tra San Pietroburgo, Copenaghen e Stoccolma, oppure tra gli atolli e le spiagge dei Caraibi. Seicentocinquanta membri di equipaggio, circa 2mila passeggeri da assistere. Il capitano è tedesco, la bandiera è italiana e l’armatore è Costa Crociere.
Le ricerche chiuse dopo poche ore
A compiere le prime indagini sulla scomparsa di Alessio sono gli investigatori danesi. L’unico indizio su cui lavorare consiste in alcuni effetti personali ritrovati in corrispondenza di un portellone al ponte 4, un’area della nave deputata ad attività di ormeggio e disormeggio, insomma una zona tecnica. All’interno della cabina di Alessio ci sono le valigie quasi ultimate, pronte per il viaggio verso casa. Dentro non è tutto in ordine, anzi: “Ma per noi che lo conosciamo, quello era ordine perfetto per lui. Avrebbe dovuto radunare quattro o cinque ultime cose e poi chiudere la valigia. Aveva già pianificato cose da fare nel lungo periodo, addirittura mesi dopo. Non aveva senso togliersi la vita. Chi lo conosce, sa che questo è assolutamente impossibile. Non avrebbe mai dato un dolore simile alla mamma”, spiega Simone Gaspari, il fratello, a Fanpage.it.
La finestra da cui potrebbe essersi gettato in mare è scomoda per tentare un gesto del genere. Gli ufficiali di coperta come lui non hanno cabine lussuose, di solito. In quelle settimane, però, la nave era vuota, senza passeggeri, e così anche l’equipaggio con gradi più bassi ha potuto dormire in comodi alloggi. Gaspari dormiva in una cabina al ponte otto con balcone: sarebbe stato facilissimo gettarsi in mare da lì. La sua scomparsa, invece, è stata fin da subito associata a un caso di suicidio. Gli investigatori danesi sono saliti a bordo il giorno dopo la scomparsa e non hanno effettuato alcuna ricerca in mare. Sembrerebbe infatti che il diritto penale di quel Paese preveda la ricerca delle persone vive e non di quelle ormai spacciate. Per gli scomparsi in mare, quindi, le ricerche non vengono effettuate oltre le dodici ore dalla denuncia. Dopo le insistenze della famiglia, Costa Crociere ha inviato alcuni tender a perlustrare il mare per circa un’ora al giorno nelle vicinanze della nave. Inutile: nessuna traccia del 25enne.
La famiglia non ha potuto parlare con i colleghi
La scomparsa avviene nella notte tra mercoledì e giovedì. La famiglia viene avvertita nella serata di giovedì. Il lunedì successivo Simone e sua moglie partono per la Danimarca e chiedono di salire a bordo. All’aeroporto di Fiumicino arriva una telefonata: “‘No, il personale è sconvolto da questa notizia, soffrirebbe troppo a vedervi’, ci dicono”. Non riescono a salire sulla nave, non riescono a parlare con il capitano. Intanto le pochissime persone a bordo cominciano a lasciare la AIDAdiva dopo un primo interrogatorio sommario. "Veniamo a bordo noi, il personale ‘nascondetelo', non ci parliamo. Ma ci è stato risposto: ‘No, sono troppo sconvolti, non ce la farebbero'".
Non ci sono elementi per provare il suicidio di Alessio
Non ci sono elementi o prove per risolvere il caso come suicidio. Per questo il legale della sorella di Alessio Gaspari, l’avvocato Daniela Primavera, ha depositato il 26 gennaio una querela nelle mani del procuratore capo di Roma, Michele Prestipino, che a sua volta ha assegnato il fascicolo al pm Giancarlo Cirielli. Ora gli inquirenti romani stanno cercando di recuperare da una parte i ritardi e dall’altra l’eccessiva rapidità con cui sono state eseguite le prime indagini. Gli inquirenti si sono recati sul suolo danese per iniziare gli accertamenti tecnici. Verranno analizzati due smartphone appartenenti ad Alessio. Il primo è stato ritrovato in camera, l’altro no. Sono iniziati gli esami a cura della polizia scientifica di Roma e sono cominciate le indagini sui suoi effetti personali a cura del dipartimento di genetica forense della polizia di Roma.
Le altre misteriose scomparse in mare sulle navi Costa
Gli inquirenti italiani stanno indagando e lo stanno facendo ipotizzando un caso di omicidio colposo. Ma non è il primo caso di misteriosa scomparsa a bordo di una nave Costa. C’è stato per esempio l’episodio che riguarda Federico Trivellin, ufficiale di macchina caduto in mare in circostanze misteriose a settembre del 2009. Si trovava a bordo di una nave Costa salpata da Genova e diretta a Barcellona. La notte prima della partenza Federico aveva chiamato a casa confermando che tutto procedeva per il meglio. Durante il viaggio è finito in mare, il suo cadavere è stato recuperato, ma le indagini non hanno mai approfondito le cause del decesso.
La risposta di Costa: "Avviate ricerche necessarie"
A Fanpage.it Costa Crociere ha inviato una nota in cui desidera "esprimere la loro vicinanza alla famiglia del collega, di cui è stata denunciata la scomparsa il 21 gennaio 2021 mentre era in servizio a bordo di una nave del Gruppo al largo delle coste danesi. Fin dal primo momento, la Compagnia si è messa a disposizione delle autorità internazionali e nazionali e ha offerto tutto il sostegno e l'assistenza necessari ai famigliari", si legge nel comunicato.
Questa la versione ufficiale dell'armatore italiano: "Durante la mattinata del 21 gennaio, il Comandante della nave, dopo aver ricevuto l'allarme di persona scomparsa, ha immediatamente avviato tutte le procedure di ricerca e salvataggio necessarie e ha informato le autorità competenti. Oltre all'indagine delle autorità danesi, che non ha identificato alcuna circostanza sospetta, è in corso anche un'indagine da parte delle autorità italiane, alle quali la Compagnia sta offrendo piena collaborazione, anche con ispezioni sulla nave. I nostri pensieri vanno alla famiglia del nostro collega per questa tragica perdita".