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Il cognato di Alessio Cini “racconta” il delitto parlando tra sé in auto: decisive le intercettazioni

La svolta nelle indagini per l’omicidio di Agliana è arrivata con l’arresto di Daniele Maiorino, cognato e vicino di casa di Alessio Cini. Determinanti, ai fini delle indagini, le intercettazioni ambientali nell’auto dell’indagato e anche i filmati delle videocamere in zona.
A cura di Susanna Picone
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Alessio Cini a sinistra, il cognato a destra intervistato da Ore 14
Alessio Cini a sinistra, il cognato a destra intervistato da Ore 14

"Le indagini tecniche – intercettazioni ambientali nell'auto dell'indagato – hanno registrato varie conversazioni che egli teneva con se stesso a voce alta (soliloquio), nel corso delle quali ricostruiva i momenti dell'aggressione alla vittima, le modalità della stessa, la causa mortale prodotta da tale aggressione, l'immagine del sangue, l'abbruciamento".

È questo uno dei passaggi del comunicato con cui la Procura di Pistoia ha comunicato la svolta nelle indagini sull’omicidio di Alessio Cini, il 57enne tecnico tessile alla Microtex di Prato trovato morto l'8 gennaio davanti alla villetta di Agliana dove viveva con la figlia.

La Procura parla di Daniele Maiorino, cognato e vicino di casa della vittima, arrestato ieri con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela con la vittima e dall'aver agito con sevizie e crudeltà. A carico di Maiorino, 57 anni, sono emersi gravi indizi di colpevolezza.

Alessio Cini
Alessio Cini

Tra questi appunto le registrazioni delle conversazioni dell’uomo durante le quali parlava dell’aggressione al cognato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Maiorino avrebbe ucciso Cini la mattina presto dell'8 gennaio scorso colpendolo con una spranga alla testa e con più colpi al torace. Poi gli avrebbe dato fuoco.

Determinanti, ai fini delle indagini, oltre alle intercettazioni ambientali nell’auto di Maiorino anche i filmati delle videocamere in zona. Probabile movente, secondo la procura, una situazione reddituale difficile per l’indagato: avrebbe ucciso per appropriarsi dell’eredità della vittima.

La mattina dell’8 gennaio scorso era stato un vicino di casa a dare l’allarme vedendo del fumo e del fuoco a casa della vittima. I vigili del fuoco intervenuti sul posto trovarono il corpo semicarbonizzato di Cini. In un primo momento per la sua morte era stata ipotizzato il suicidio ma l'autopsia aveva poi svelato che il tecnico era stato brutalmente aggredito prima che fosse attinto dalle fiamme.

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