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Alessio Cini, il cognato Daniele Maiorino dopo l’omicidio in tv diceva: “Era una persona stupenda”

Daniela Maiorino è il cognato e vicino di casa di Alessio Cini, il 57enne ucciso a sprangate e poi dato alle fiamme ad Agliana (Pistoia). Lo scorso 10 gennaio, una settimana prima dell’arresto per omicidio volontario aggravato, alla trasmissione Rai ‘Ore14’ diceva: “Era una bravissima persona, non aveva alcun nemico”.
A cura di Biagio Chiariello
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La vittima Alessio Cini e il cognato Daniele Maiorino, arrestato
La vittima Alessio Cini e il cognato Daniele Maiorino, arrestato

"Alessio Cini era una persona stupenda. Non aveva nemici, quindi ci penseranno i carabinieri" a trovare un colpevole, diceva Daniele Maiorino alla trasmissione Rai ‘Ore14' in merito all'omicidio del cognato, il 57enne, originario di Prato e residente ad Agliana (Pistoia), il cui cadavere parzialmente carbonizzato era stato trovato dalla figlia all'alba di lunedì 8 gennaio nel giardino della sua villetta, in località la Ferruccia.

E sono stati proprio i carabinieri a fermare lo stesso Maiorino con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela con la vittima e dall'aver agito con sevizie e crudeltà. A carico di Maiorino, 57 anni, sono emersi gravi indizi di colpevolezza. "Ero a casa quella notte, lui era a casa con la figlia e noi eravamo al piano di sotto. Ma non abbiamo visto niente" ha detto l'uomo ai microfoni dell'inviato Rai.

Alessio "era una bravissima persona, lavorava e pensava alla figlia" diceva il cognato della vittima, intervistato lo scorso 10 gennaio, quindi una settimana prima dell'arresto. Il decreto di fermo è stato eseguito dai carabinieri della sezione operativa della compagnia di Pistoia, che da subito hanno condotto le indagini dirette dal procuratore capo Coletta con il pubblico ministero Leonardo De Gaudio.

Determinanti, ai fini delle indagini, le intercettazioni ambientali nell’auto dell’indagato e anche i filmati delle videocamere in zona. In altre parole il 57enne avrebbe "raccontato" il delitto tra sé e sé in auto.

"Non so chi potesse avere interessi a fare una cosa del genere, non aveva nemici anche se un'idea su chi possa essere stato ce la siamo fatta…" ammetteva poi Maiorino a Ore14. Secondo la magistratura l'uomo avrebbe ucciso per entrare in possesso dell'eredità del cognato. Nello specifico le indagini "hanno consentito di individuare il probabile movente al gesto delittuoso, rinvenibile in una situazione reddituale difficile per l'indagato, e in una aspettativa ereditaria che dalla morte di Alessio Cini sarebbe derivata e di cui avrebbe potuto indirettamente beneficiare", si legge in un comunicato della procura.

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