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Alessia Piperno arrestata e liberata in Iran

Alessia Piperno racconta il carcere in Iran: “Visto cose che non dimenticherò, libera solo nel fisico”

Alessia Piperno ha raccontato per la prima volta pubblicamente la sua prigionia in Iran nel terribile carcere di Evin, a Teheran: “Adesso sono a casa, tra la mia famiglia e i miei amici, libera sì, ma fisicamente. È la mia mente a non esserlo”.
A cura di Antonio Palma
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“Ho visto, subito e sentito cose, che non dimenticherò. Adesso sono a casa, tra la mia famiglia e i miei amici, libera sì, ma fisicamente. È la mia mente a non esserlo” così Alessia Piperno ha raccontato per la prima volta pubblicamente la sua prigionia in Iran nel terribile carcere di Evin, a Teheran, durata 45 giorni e conclusa con la liberazione e il ritorno in Italia  il 10 novembre scorso.

In un lungo post su Instagram, la travel blogger ha raccontato la terribile prigionia nel Paese mediorientale ma soprattutto le sue sensazioni, i brutti ricordi e le conseguenze che ancora oggi si porta addosso, soprattutto nella mente.

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Dalla sua abitazione a Roma, nel quartiere Colli Albani, Alessia Piperno ha raccontato i giorni precedenti all’arresto ma anche la voglia di continuare a lottare e protestare al fianco del popolo iraniano contro il regime teocratico di Teheran.

Alessia Piperno aveva sentito parlare della prigione di Evin durante la sua visita nel Paese ascoltando i terribili racconti senza immaginare che da lì a poco anche lei sarebbe finita tra quelle spaventose mura dove si consumano ogni giorno violenze sui detenuti. Questo il ricordo della giovane romana:

“Nei primi giorni di settembre, andai a visitare per la prima volta nella mia vita, una prigione a Teheran. Si trattava del carcere di Ebrat, ormai diventato museo, ma che una volta era utilizzato dalla polizia segreta Savak, per torturare i detenuti. Rimasi tra quelle mura per diverse ore, cercando di immaginare la paura che si viveva all’interno di quelle celle. “Le urla dei prigionieri si sentivano per tutta la prigione”. Così mi raccontò la mia guida. In qualche modo sembrava come se quelle grida fossero ancora scolpite nei muri e che viaggiassero tra quei corridoi. “Esistono ancora prigioni così in Iran?”. Domandai alla mia guida. Lui sospirò. “Purtroppo si, la prigione di Evin, che si trova proprio nella parte nord di Teheran”. Sentii i brividi corrermi su tutto il corpo, senza lontanamente immaginare che 21 giorni dopo, sarei stata anche io, una detenuta, proprio in quella prigione.

“Non avevamo fatto nulla per meritarci di essere rinchiusi tra quelle mura, e non posso negare che siano stati i giorni più duri della mia vita” ha ammesso ancora Alessia Piperno, rivelando per la prima volta gli orrori a cui ha assistito: “Ho visto, subito e sentito cose, che non dimenticherò mai, e che un giorno mi daranno la forza per lottare accanto al popolo Iraniano”.

Alessia Piperno in viaggio
Alessia Piperno in viaggio

“Al tempo, non avevo partecipato alle proteste, perché ci era stato sconsigliato, e il rumore degli spari, mi metteva paura. Adesso è diverso. Sono a casa, tra la mia famiglia e i miei amici, libera si, ma fisicamente” ha spiegato ancora  ammettendo: “È la mia mente a non esserlo, perché in quell’angolo di inferno sono ancora rinchiuse le mie compagne di cella, migliaia di iraniani, e il mio amico Louis”.

Alessia Piperno rientra a casa a Roma
Alessia Piperno rientra a casa a Roma

Un pensiero fisso quello di Alessia vero i tanti lasciati in Iran. “Io sono tornata a una vita normale, esco, a volte rido, faccio progetti per il mio futuro, e dormo in un letto. Oggi è lunedì, oggi in prigione si fa la doccia. Domani è martedì, ci sono i 5 minuti d’aria. La mia mente ora vive un po’ così, tra sorrisi, in un letto soffice, un piatto di pasta e tra delle mura bianche dove le urla, non cessano mai e dove l’aria si respira per 5 minuti, due volte a settimana”.

Infine i ringraziamenti “per le parole, per i meravigliosi disegni, per essere stati vicini alla mia famiglia, e per avermi dedicato anche solo una preghiera”. “Riabbracciare la mia famiglia è stato più bello della libertà stessa. E ancora una volta non posso che ripetermi che si, sono fortunata, siamo fortunati, e credetemi, non è scontato, come non lo è la nostra libertà” ha concluso Alessia Piperno.

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