Alessia e Giulia investite dal treno, il papà: “Vivevo per loro: che questa tragedia non sia vana”
È ormai chiusa l'inchiesta sull'incidente che ha visto la morte delle sorelle Alessia e Giulia Pisano, investite da un treno alla stazione di Riccione. Le due, come appurato dalle indagini, avrebbe attraversato incautamente i binari ma sono ancora tanti i punti di domanda che non hanno ricevuto risposta, come racconta il padre delle due sorelle morte ad appena 17 e 15 anni: "Sappiamo che quello che si doveva fare, ogni cosa, è stato fatto. Abbiamo fiducia incondizionata nel lavoro della magistratura, restiamo fiduciosi".
"Non so cosa sia successo quella mattina – spiega l'uomo – ho pensato mille volte a quel momento, mille coincidenze, casualità che potevano andare diversamente, ma è finita così. So solo con certezza che le mie figlie non ci sono più. E nessuno me le ridarà”. Sono parole di dolore quelle di papà Vittorio che però, come spiega a Il Resto del Carlino, non vuole che questa tragedia "risulti vana", da qui l'idea di fondare un’associazione in loro nome con l’intento di aiutare i giovani a crescere lontano da certi ambienti.
Alessia e Giulia la mattina del 31 agosto erano alla stazione di Riccione che avevano raggiunto la sera prima per trascorrere una serata in una discoteca della riviera romagnola. Erano le 7 del mattino quando sono state viste da alcuni passeggeri in attesa attraversare i binari, barcollando: forse una si è seduta, e l’altra ha tentato di portarla via ma non ha fatto in tempo a evitare l'impatto con un treno Frecciarossa che in quel momento stava sopraggiungendo e le ha prese in pieno. Poco prima avevano scritto proprio a papà Vittori per dirgli: ”Stiamo tornando a casa”.
Non sarà facile andare avanti ma la sua forza in questo momento sono la moglie e l'altra figlia, Stefania: “Alessia e Giulia sono nei nostri pensieri e nel nostro cuore ogni attimo della giornata e ci rimarranno per sempre – spiega l'uomo – mi sento vicino a tutte le famiglie che vivono la nostra stessa sofferenza, dobbiamo guardare al domani con fiducia nonostante tutto. Ogni giorno sorge il sole e si può ripartire con coraggio”. Alle critiche ricevute nei giorni successi alla morte delle due sorelle da parte di chi gli diceva di essere stato incauto nel lasciare due ragazze così giovani sole per tutta la notte risponde: "Le portavo ovunque, le aspettavo anche in albergo se c’era bisogno, e stavamo molto insieme. Vivevo per loro. Rispettavo il loro desiderio di autonomia ma ero sempre al loro fianco".