Alessandro, suicida in carcere a Torino a 24 anni con un sacchetto in testa: indagata la psichiatra
Omicidio colposo. È questa l'ipotesi di reato per cui una psichiatra del carcere Lorusso e Cutugno di Torino è stata iscritta nel registro degli indagati in relazione alla morte – avvenuta nell'estate del 2022 – del 24enne Alessandro Gaffoglio, destinatario di un regime di “sorveglianza lieve”: secondo gli inquirenti la dottoressa avrebbe sottovalutato lo stato di salute mentale del giovane, che si è tolto la vita soffocandosi con un sacchetto di plastica.
La psichiatra, difesa dall'avvocato Gian Maria Nicastro, stando al capo d'imputazione formulato dal sostituto procuratore Valerio Longi, che ha chiuso le indagini, avrebbe disposto per il giovane la sorveglianza lieve anziché quella media. La conseguenza è stata che al 24enne sono stati restituiti i vestiti in una busta di plastica, la stessa che lui ha usato per suicidarsi. “Non dobbiamo dimenticare che il carcere è un ambiente dove è molto complesso e complicato operare sulle fragilità – ha spiegato l'avvocato Nicastro –. Gli psichiatri in carcere fanno sforzi sovraumani per assicurare ai pazienti detenuti che sono doppiamente fragili l’assistenza a cui hanno diritto. Non abbiamo dubbi che riusciremo a dimostrare la correttezza del comportamento della dottoressa”.
Gaffoglio era stato arrestato il 2 agosto del 2022 dopo aver messo a segno due rapine in altrettanti supermercati torinesi del quartiere San Salvario. L'uomo, incensurato, era alla sua prima detenzione in carcere. Tredici giorni dopo l'ingresso nel penitenziario il ventiquattrenne si è suicidato. La settimana precedente aveva già provato a togliersi la vita e per questo era stato trasferito nel reparto psichiatrico Sestante e sottoposto a visita con la prescrizione di una cura.