Alessandra Matteuzzi uccisa dall’ex a Bologna, l’autopsia: “Colpita 20 volte al volto e alla testa”
Alessandra Matteuzzi è morta a causa di una ventina di colpi inferti al capo e al volto. La 56enne assassinata sotto casa dall'ex fidanzato nella serata del 23 agosto a Bologna ha riportato una dozzina di fratture secondo quanto rilevato dalla consulenza tecnica del medico legale Guido Pelletti, incaricato dalla Procura bolognese.
Per il delitto è in carcere Giovanni Padovani, 27 anni, ex fidanzato della donna e calciatore dilettante accusato di omicidio aggravato e stalking. Prima dell'omicidio, Padovani ha guidato delle ore per raggiungere Bologna e ha atteso la donna in via di Corticella, nei pressi della sua abitazione. Prima del suo arrivo ha nascosto il martello che aveva portato in auto con sé. L'uomo ha occultato l'arma in un cespuglio e ha poi aspettato di incontrare Alessandra di ritorno a casa.
Padovani ha colpito la vittima con calci, pugni e martellate alla testa, al torace, braccia e gambe. La 56enne è stata ricoverata in condizioni gravissime all'ospedale Maggiore di Bologna, dove è morta poco prima di mezzanotte. L'indagato è difeso dagli avvocati Denise Mondin ed Enrico Buono, mentre i familiari della vittima dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini.
La sorella della vittima, Stefania Matteuzzi, aveva raccontato di aver incontrato la sorella poco prima dell'omicidio. "Era disperata per Giovanni – ha spiegato -. Quando è stata uccisa ero con lei al telefono. Sentivo le sue urla e quelle dell'assassino".
"Alessandra era molto bella – ha detto Stefania ricordando la sorella uccisa dall'ex fidanzato – era una persona semplice, a dispetto di quello che si può vedere dai social. Condividevamo molto, come se avessimo vissuto nella stessa casa. Ci raccontavamo la nostra quotidianità tutti i giorni: l'avevo spinta a conoscere un uomo, a lei non interessava dopo i problemi di salute dei nostri genitori".