Alessandra Matteuzzi, Padovani in aula: “Devo pagare perché ho ucciso una donna, ma no a pregiudizi”
"Ci sono due famiglie distrutte a causa del sottoscritto. Ho ascoltato tutti, vi stimo, ma penso che ci siano altre cose da dire senza dilungarsi troppo: io ho compiuto un gesto imperdonabile, ma da parte dei giornalisti non vi è stato alcun rispetto per queste vite. Non c'è stato rispetto per Alessandra e per i suoi familiari e non c'è stato rispetto per la mia famiglia e per mia madre". A dirlo è stato Giovanni Padovani, ex calciatore 27enne oggi in aula di Tribunale per aver ucciso Alessandra Matteuzzi, l'ex fidanzata 56enne.
La sentenza del processo per il femminicidio è attesa per oggi e l'accusa ha chiesto per Padovani l'ergastolo. L'ex calciatore si è accanito sulla donna con un martello dopo mesi di stalking. Mentre la uccideva sotto casa a Bologna, il 27enne avrebbe infierito anche a calci e pugni, colpendola perfino con una panchina. Il delitto si è verificato nell'agosto del 2022, sotto casa di Matteuzzi, dopo mesi di appostamenti e pedinamenti. "Quello che vorrei dire oggi alla Corte – ha continuato Padovani – è che meriterò l'ergastolo, anzi, lo pretenderò se riterrete che uccidere una donna in quel modo è normale, che può essere l'azione di una persona lucida. Se pensate che invece non possa essere così, se capirete che non stavo bene, allora no".
Chi sono le parti civili nel processo
Il processo a Padovani è seguitissimo dai media, con telecamere ammesse in aula per l'interesse pubblico della vicenda. Padovani è accusato di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi, legame affettivo e stalking nei confronti della vittima. Si sono costituiti come parti civili il Comune di Bologna e quattro associazioni antiviolenza. Gran parte della strategia difensiva si regge sulla perizia psichiatrica, che ha stabilito che al momento del delitto l'imputato fosse capace di intendere e di volere. L'accusa ha chiesto l'ergastolo per Padovani.
Secondo quanto reso noto, la sentenza dovrebbe arrivare in tarda mattinata o nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 12 febbraio. L'uomo era stato denunciato da Matteuzzi per stalking nei giorni precedenti al delitto. Stando ai risultati degli accertamenti anche autoptici effettuati sul corpo, la 56enne è deceduta per la molteplicità e la gravità delle ferite riportate alla testa.
Durante l'esame sono state rilevate lesioni a livello del torace. La causa del decesso è stata individuata dal medico legale Guido Peletti. Secondo le verifiche sul cadavere, la morte sarebbe stata causata da un'emorragia dovuta allo sfondamento del cranio.
Aveva fatto discutere a tal proposito il video dell'interrogatorio in carcere del 15 febbraio 2023. Durante il colloquio con l'avvocato, Padovani avrebbe fatto l'occhiolino al suo legale, gesto che secondo l'accusa proverebbe la capacità di intendere e di volere dell'uomo. Dettaglio confermato anche dalla perizia psichiatrica, che avrebbe smentito qualsiasi vizio di mente per il 27enne.
Le dichiarazioni di Padovani in aula
"Io non stavo bene – ha continuato Padovani tra i mormorii in aula – non ero lucido. Se pensate che non sia così, io merito e anzi, pretendo l'ergastolo. Voglio stare ogni giorno del resto della mia vita in galera. Mi trovo in un incubo, perché a me dispiace e se potessi tornare indietro, lo farei. Se tornassi indietro però non sono sicuro che tutto andrebbe nello stesso modo, perché io con la testa non c'ero più da mesi. Ho commesso l'irreparabile e devo pagare perché ho ucciso una donna, ma deve essere fatta giustizia senza l'influenza dei media".