Alessandra Matteuzzi, nuove querele contro gli hater sui social: “Giustificano il suo omicidio”
Non sembra esserci pace nemmeno da morta per Alessandra Matteuzzi, la donna vittima di femminicidio per mano dell'ex compagno Giovanni Padovani, lo scorso 23 agosto, a Bologna. Gli hater sui social infatti non accennano a diminuire nonostante la famiglia abbia già denunciato 25 persone e per questo i parenti hanno annunciato di voler procedere con nuove querele.
Questa volta nel mirino dei familiari di Alessandra Matteuzzi i messaggi che continuano a giustificare il suo assassinio additandola come responsabile della furia omicida del suo ex. Non ci sarebbero infatti insulti diretti alla vittima, come accaduto nei precedenti messaggi denunciati dalla famiglia, ma commenti più subdoli che addossando a lei la responsabilità dell'azione dell'omicida.
"Si tratta di commenti chiari, ma subdoli: senza insulti diretti ad Alessandra, cercano di giustificare l'assassino addossando a lei chissà quale responsabilità nell'averlo fatto uscire di testa. Questo perché era una donna disinvolta, che indossava minigonne e sceglieva di vivere fuori dai canoni" ha dichiarato l'avvocato della famiglia Matteuzzi Chiara Rinaldi, che, come riporta il Resto del Carlino, ha rivelato che ha già avuto mandato per nuove querele.
“Non era una santa neppure lei”, “Comunque come andava conciata”, “Chissà cosa gli ha fatto per arrivare a questo”, sono solo alcuni dei messaggi apparsi nei giorni scorsi sui social come commenti a di diversi articoli di stampa che davano conto di una iniziativa in memoria della vittima di femminicidio, una panchina rossa nel Parco Zaniboni installata nella Giornata contro la violenza sulle donne.
“Sono al vaglio altri commenti, è un lavoro enorme, anche perché gli hater sono subdoli: spesso non scrivono un insulto diretto" spiega l'avvocato. “Parliamo di una donna alla quale è stato sfondato il cranio e sfasciato il viso. Eppure si è arrivati a dire che se l’è cercata. Perché era disinvolta, viveva la sua vita, non seguiva i canoni che sembrerebbero obbligatori a 56 anni” ha aggiunto la legale, concludendo: "A 56 anni ti vogliono a casa a fare i centrini".