L'ovazione di Rimini, al congresso del Sap, Sindacato Autonomo di Polizia, per gli agenti Paolo Forlani, Luca Pollastri e Enzo Pontani, condannati in via definitiva per la morte del 18enne Federico Aldrovandi durante un controllo il 25 settembre del 2005 a Ferrara, è una pagina vergognosa nei rapporti – già fragili – tra forze dell'ordine italiane e la cittadinanza. È lo schiaffo di uomini delle istituzioni ad altri uomini delle istituzioni, i magistrati; è una manganellata in faccia al dolore di una donna, Patrizia Moretti, la mamma di Federico. Vergognosi, sì. Per qualche ora si è fatto pesante, pesantissimo, il silenzio di Matteo Renzi, presidente del Consiglio italiano e di Angelino Alfano, suo ministro dell'Interno. Ciò anche perché proprio stamane, in quella stessa sede, il Capo della Polizia Alessandro Pansa aveva annunciato nuove regole d'ingaggio per le piazze, onde evitare i vergognosi fatti accaduti anche di recente a Roma. Questi applausi, dunque, cosa sono? Una risposta alle nuove regole? Un "me ne frego" che evoca ben altre memorie? Il governo non deve più tacere. E se in questo strano "inguacchio" di destra-centro-sinistra che abita a Palazzo Chigi nessuno si prende la responsabilità di ribadire che le sentenze vanno rispettate in ogni senso, allora davvero c'è di che preoccuparsi. Matteo Renzi in serata un gesto l'ha fatto: ha telefonato alla mamma di Federico per esprimerle solidarietà. Ma questa telefonata seppur simbolica appare un gesto paradossale, visto che è nel governo bicolore guidato dal leader del Partito Democratico che abitano le più profonde contraddizioni.
Aggiornamento delle ore 22.17: Anche Alfano esprime solidarietà alla famiglia di Aldrovandi
Aggiornamento delle 22.53: Il Capo della Polizia Pansa dice di non riconoscersi "in alcun modo in comportamenti che trova gravemente offensivi nei confronti della famiglia Aldrovandi e della società civile che crede nell'operato delle donne e degli uomini della polizia".