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Alcoa, a Cagliari protesta dei lavoratori: “Risposte subito. Basta con i rinvii”

Fischietti, trombe e suono sordo del caschetto da lavoro battuto sull’asfalto hanno accompagnato gli operai delle ex ditte d’appalto dell’Alcoa di Portovesme che hanno bloccato il traffico di fronte al Consiglio regionale della Sardegna. Domani alle 15.30 l’incontro con il presidente della Regione Ugo Cappellacci.
A cura di B. C.
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Dopo il sit-in di ieri davanti al palazzo della Regione in viale Trento e l’occupazione della sala Giunta, gli operai dell’Alcoa di Portovesme hanno manifestato stamane a Cagliari, nella centrale via Roma, bloccando il traffico di fronte al Consiglio regionale della Sardegna. In precedenza, una quindicina di lavoratori e delegati sindacali avevano occupato nella notte il primo piano dello stesso palazzo regionale. Una protesta che alla fine ha avuto i suoi frutti. I sindacalisti dell'Alcoa incontreranno domani alle 15.30 il presidente della Regione Ugo Cappellacci, per discutere della ripresa delle trattative per la vendita dello stabilimento o piani alternativi immediati per l'occupazione.

"È un fatto scandaloso che Cappellacci non si assuma le sue responsabilità di fronte alla chiusura di uno stabilimento così importante", ha affermato Massimo Cara, della Fiom Cgil. "Non accettiamo la giustificazione che ci ha comunicato ieri", ha proseguito il sindacalista, "quando ci ha detto di non volerci incontrare dopo il ferimento di un poliziotto nel corso del sit-in davanti al palazzo della Regione. Anche noi abbiamo condannato quanto successo, ma non per questo non dobbiamo continuare la lotta per il nostro posto di lavoro". "Molti colleghi – spiega un manifestante giunto dal Sulcis – non sono potuti partire a Cagliari perché, senza reddito, non hanno nemmeno i soldi per la benzina". All'attacco anche Manolo Mureddu, Rsu Cisl, uno dei portavoce dei lavoratori delle ditte d'appalto: "La Regione sta disattendendo accordi – ha detto l'operaio – che servono per la sopravvivenza. Non è possibile che il Sulcis debba essere messa in ginocchio da vincoli e burocrazia. Decidete una volta per tutte se volete stare con noi".

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