Al terzo tentativo è stato inaugurato stamane il carcere di Gela

Gela può dire addio ai ritardi che hanno caratterizzato la sua storia recente. Dopo vari tentativi falliti stamane, appena a pochi giorni da quello che è stato definito il nuovo "caso Cucchi", è stato inaugurato (per la terza volta) il carcere costruito quasi trenta anni fa e che fino a pochi mesi fa si trovava in uno stato di degrado e di abbandono.
L’iter della struttura è stato, infatti, piuttosto lungo e travagliato: il progetto del carcere fu firmato nel 1958, nel 1982 iniziarono i primi lavori e nel 2007 sembrava tutto pronto per mettere in funzione la struttura. Clemente Mastella, all’epoca Ministro della Giustizia, si fece consegnare le chiavi della struttura promettendo l’apertura del carcere nel giro di pochissimi mesi: la prima cerimonia di inaugurazione fu in grande stile ma, nel concreto, il carcere mancava ancora di diverse strutture indispensabili per essere messo in funzione.
La prima falsa partenza ebbe poi un seguito, nuovamente apparente, nel 2010: se tre anni prima mancavano ancora le cucine lo scorso anno non c’era il collegamento alla rete idrica o forse, come lamentavano gli amministratori comunali di Gela, la “colpa” della mancata apertura della struttura penitenziaria era del Dap, il dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, che non avrebbe messo a disposizione il personale necessario.
In arrivo a Gela le prime guardie carcerarie e i primi detenuti
Due tentativi falliti ma “solenni” che forse hanno spinto questa volta il direttore del Dap, Mimmo Nicotra, a non lasciarsi andare in grandi festeggiamenti piuttosto a tenere lontana l’eccessiva pubblicità. Una cerimonia dunque, la terza e si spera l’ultima, molto sobria ma più “concreta”: a Gela sono infatti arrivate stamattina le prime guardie carcerarie e da martedì arriveranno anche i primi detenuti che aiuteranno nei lavori e che, per questi, saranno retribuiti.
Entro Natale dovrebbero essere occupati oltre 40 posti in un carcere che, a regime, dovrebbe ospitare un centinaio di detenuti per reati non particolarmente gravi. Per quanto riguarda l’amministrazione saranno presenti a Gela 51 guardie penitenziarie e due commissari.
Una storia che, nonostante “l’attesa infinita” del sindaco di Gela, ha avuto adesso una conclusione che non annovererà il carcere tra le tante strutture italiane rimaste incompiute e non funzionanti.