Aiazzone, i creditori colpiscono ancora: nuovo furto di massa nei magazzini dell’azienda
Aiazzone colpisce ancora, o meglio i creditori colpiscono ancora l'azienda piemontese. Soltanto ieri avevamo dato notizia del maxi furto ai magazzini Aiazzone di Pognano, nella Bassa Bergamasca. I protagonisti della "banda", circa 200, sarebbero in gran parte ex dipendenti e clienti dell'azienda fallita, decisi a farsi giustizia da soli. Molti dei creditori, infatti, hanno pagato fior di euro per mobili che non sono mai stati recapitati, a causa del fallimento dell'azienda.
Dopo il primo episodio, avvenuto nella serata del 1 giugno, nella giornata di ieri mentre i carabinieri stavano ultimando le procedure di inventario della merce rubata, un gruppetto composto da una decina di persone si è introdotto nuovamente nei locali dell'ex mobilificio. I componenti della "cricca" sono stati tutti identificati, ma non ancora denunciati e, qualora lo fossero, dovrebbero rispondere di tentato furto e violazione della proprietà. Le persone sorprese all'interno dei locali, pur essendo a conoscenza dell'azione delle forze dell'ordine relativa al giorno precedente, si sono ripresentanti sul posto e hanno chiesto ai carabinieri di "comprendere la particolare situazione".
Ad ogni modo, a seguito del furto di massa, ha fatto molto discutere la reazione di Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista che ha tenuto ad esprimere la sua solidarietà ai creditori; queste le sue parole: "In questi tempi di crisi ci sono truffatori che prendono in giro lavoratori e piccoli risparmiatori.Inoltre le leggi vigenti non riescono a tutelare i truffati, che non hanno compiuto nessun atto criminale ma hanno semplicemente cercato di ripristinare la giustizia. Per questo motivo il mio partito mette a disposizione i propri legali per aiutare chi si trovasse in difficoltà solo per aver cercato di ripristinare la giustizia. "
Nonostante la comprensibile esasperazione dei creditori, le azioni delittuose sarebbero sempre e comunque da condannare. La giustizia, non può essere in alcun modo bypassata in ragione della preistorica legge del taglione e forse nessuno, tanto meno un rappresentante politico, dovrebbe approvare (e appoggiare) un qualsiasi atto criminale.