Agrigento: Davide, morto sul campo di basket a 12 anni. Chieste nuove indagini dopo la perizia
"È necessario indagare non solo sulla condotta dell'indagato ma sulla circostanza che, nella palestra dove è avvenuto il decesso mancava il defibrillatore". Sono le parole con le quali il gip Giuseppe Miceli spiega il motivo per il quale è stata respinta la richiesta di archiviazione sulla drammatica vicenda di Davide L., il 12enne morto il 21 marzo dell'anno scorso durante un allenamento di basket alla scuola Guarino di Favara, in provincia di Agrigento. Sono state invece disposte nuove indagini.
Sotto accusa, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo, il medico dello sport che ha rilasciato, per conto dell'associazione di cui il ragazzino era iscritto, il certificato di idoneità. Stando a quanto accertato Davide aveva avuto un malore pochi giorni prima di quel 21 marzo. "I genitori mi avevano detto che non lo avrebbero mandato agli allenamenti nell’attesa di alcuni accertamenti. Invece me lo sono visto spuntare e gli ho chiesto come stesse, mi ha detto che stava bene”, aveva detto Simone Barone, allenatore dell'adolescente.
La Procura di Agrigento aveva chiesto l’archiviazione sulla base di una consulenza tecnica che avrebbe escluso una correlazione tra il malore fatale (un’ischemia miocardica) e la condotta del medico indagato. Tuttavia, la consulenza di parte commissionata dai genitori del 12enne e redatta da Gaetano Thiene, direttore del centro di cardiologia vascolare dell'università di Padova (ritenuto un luminare del settore), avrebbe convinto il giudice ad andare avanti con le indagini.
Secondo il giudice è necessario indagare non solo sulla condotta del dottore, ma anche verificare se nella palestra dove Davide è morto mancasse il defibrillatore. Bisogna inoltre capire che tutte le disposizioni per la sicurezza e l’intervento di soccorso d’emergenza siano state effettivamente seguite.