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Agrigento, cannonate in mare al largo di Punta Bianca

Le esplosioni sono state causate da un’esercitazione militare dell’esercito italiano.
A cura di D. F.
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Cannonate in mare al largo della costa di Agrigento, in Sicilia: a spararle è stato l'esercito italiano, che condivide insieme agli alleati statunitensi la possibilità di effettuare esercitazioni di quel tipo in mare aperto. L'area in cui sono state effettuate le esercitazioni si trova a pochissima distanza da Punta Bianca ed è l’unico poligono di tiro rimasto nel sud Italia. Claudio Lombardo, responsabile della delegazione Mareamico di Agrigento che ha pubblicato le immagini delle esercitazioni sulla propria pagina Facebook, ha dichiarato: "Qui si muovono non soltanto gli eserciti, anche il personale di Polizia e Carabinieri. Ormai qui siamo abituati a sentire il rumore delle mitragliette e piccoli botti. Ma quella di giovedì è stata una esercitazione pesante". Poi spiega: "La gente si è lamentata tanto perché ci sono state vibrazioni molto pesanti, molti animali scappavano spaventati, le esplosioni sono state più forti del solito. Sembrava di essere in guerra".

Da 60 anni il tratto di costa a largo di Agrigento è interessato da esplosioni e prove di confronti militari. Malgrado i numerosi appelli e l’impegno del ministero della difesa a trovare un nuovo sito, in un luogo confiscato alla mafia, da destinare alle esercitazioni, finora non è stato fatto ancora nulla. "Si tratta di una destinazione innaturale. La città sta scommettendo sul suo futuro con una entità di flussi turistici in veloce crescita. L’uso improprio di questo straordinario pezzo di costa è una imperdonabile antinomia" sostiene il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto. I danni delle esercitazioni si ripercuotono non solo sul turismo ma anche sull'ambiente: "Le vibrazioni conseguenti alle esplosioni hanno indebolito la falesia e causato numerosi crolli, rendendo inaccessibili alcuni tratti del litorale" spiega ancora Lombardo. La visita, lo scorso anno, della commissione parlamentare di inchiesta sull’uranio impoverito ha consentito di scoprire un alto valore di inquinamento da piombo nelle acque antistanti il campo solcato dai carri armati.

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