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Agitu massacrata per uno stipendio non versato: “Volevo quei soldi ma lei era sfuggente”

“Ha detto che aveva sollecitato più volte il pagamento e che lei era sfuggente”. Adams Suleiman, dipendente dell’azienda agricola diretta da Agitu Gudeta, avrebbe ammazzato la sua datrice di lavoro nel corso di una lite scoppiata per uno stipendio non corrisposto. Gli inquirenti: “Scatto d’ira per futili motivi, poi lo sfregio finale, ha tentato di abusarla”.
A cura di Angela Marino
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Una discussione scoppiata per una mensilità non pagata. Per questo Adam Suleiman, ghanese, avrebbe ammazzato a martellate la sua datrice di lavoro, l'imprenditrice Agitu Gudeta.  Durante l’interrogatorio  seguito ieri all'arresto, il 32enne avrebbe affermato che uno stipendio non pagato sarebbe stato il motivo della discussione "Suileiman ha detto che aveva sollecitato più volte il pagamento e che lei era sfuggente" – ha spiegato al Corriere, il colonnello Michele Capurso, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Trento – "non ci risulta che in passato ci siano mai stati screzi tra Agitu Gudeta e Suleiman Adams. Lui aveva già lavorato per Agitu era stato richiamato da lei circa due mesi fa per iniziare questo nuovo rapporto di lavoro". Saranno le indagini ad accertare la ricostruzione di Suleiman.

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In queste ore si indaga anche per scoprire se vi fossero altri conflitti tra il ghanese e l'imprenditrice e se non vi fossero, dunque, motivi più profondi per un'aggressione di tale brutalità. Agitu, 42 anni, è stata ritrovata ricoperta di ferite, esanime, sul pavimento della sua casa a Frassilongo. Uccisa a martellate, secondo la prima ricostruzione e, stando alla confessione dell'omicida, sarebbe stata abusata sessualmente mentre moriva. Particolari che troveranno riscontro o smentita nell'autopsia disposta dal giudice sul corpo della vittima. "Noi pensiamo che il tentativo di violenza sessuale – commenta il colonnello Capurso – che sia stato un atto d'ira mirato a umiliare la donna, come sfregio conclusivo".

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L’arma del delitto è stata rintracciata dopo un'ora dal ritrovamento nella cantina, nascosto dietro al termosifone. Nascosto, ma nella stalla, anche l'assassino. Il corpo di Agitu è stato trovato dai carabinieri nella camera da letto della casa in cui abitava a pochi chilometri dalla sua azienda agricola. Era terra ai piedi del letto con i pantaloni e le mutandine sfilate. Il fatto che la stanza fosse in ordine e non vi fossero segni di effrazione ha orientato gli accertamenti verso un soggetto conosciuto dalla vittima. I sospetti, in un primo momento, erano caduti sull'uomo che aveva aggredito, minacciato e molestato l'imprenditrice. Si tratta di un cinquantenne del posto recentemente condannato per lesioni. Proprio il fatto che si trattasse di una persona temuta, a cui la vittima non avrebbe certo aperto la porta di casa, ha permesso di escludere l'ipotesi e concentrarsi su altre piste.

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