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Aggressione omofoba al tiktoker AvocadoGabb: “Ho pianto tanto, ho paura possa accadermi ancora”

Intervista a Gabriele Gentile, il 21enne aggredito a Rimini con insulti, sputi e una birra rovesciata addosso: “Mi sono sentito indifeso, ma nessun senso di vendetta per gli aggressori. Mi dispiace per loro”
A cura di Beppe Facchini
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“Mi dispiace per loro, però contro questi ragazzi non provo né rabbia, né alcun senso di vendetta. Mi importa solo che queste cose non accadano più”. Così il tiktoker AvocadoGabb, al secolo Gabriele Gentile, commenta ai microfoni di Fanpage.it l'aggressione subita sabato 2 luglio nell

a sua Rimini, durante la Notte Rosa. Un tradizionale evento di festa lungo la Riviera Romagnola, macchiato da un brutto episodio omofobo che

 lo ha visto suo malgrado protagonista. Come aveva denunciato pubblicamente in un video sui social, Gabriele è stato prima aggredito verbalmente da un gruppetto di ragazzi, i quali gli hanno poi sputato e infine gli hanno lanciato anche una birra addosso, fino a farlo cadere dal monopattino. “Per fortuna l'auto che veniva di fronte ha frenato in tempo” ricorda il 21enne di origine pugliese, trapiantato in Romagna da un paio d'anni, dove lavora in hotel gestito dagli zii. Proprio la vita in albergo è il filo conduttore dei suoi racconti in rete, con oltre mezzo milione di followers ai quali ogni giorno mostra la quotidianità del suo lavoro e ai quali, già sabato notte, ha mostrato i risultati i risultati dell'aggressione: maglia fradicia di birra, il volto terrorizzato e le lacrime trattenute a stento.

Mi sono sentito da subito umiliato -racconta-. Mi sono sentito indifeso, come se non ci fosse nulla che potessi fare per difendermi. Stavo vivendo la mia vita normalmente e non ho fatto nulla per meritarmi una simile reazione”. Quella sera, riavvolge il nastro non senza fatica il giovane, Gabriele stava rientrando a casa su un monopattino a noleggio, quando ad un certo punto incrocia un gruppo “di sei o sette persone, avranno avuto circa 24 o 25 anni”. Indossava un top rosa, una borsa dello stesso colore e dei pantaloni di pelle. E tanto è bastato per far partire l'insensata aggressione del branco. "Ricchione, frocio, fai schifo": questi gli insulti ricevuti dal 21enne, il quale, senza neppure avere il tempo di comprendere cosa stesse accadendo, si è ritrovato preso di mira pure dai loro sputi e da una birra rovesciatagli addosso. “Era tutta negli occhi, che mi bruciavano -continua-. E così col monopattino, non vedendo più nulla, sono andato a finire sulla corsia delle auto. Mi sono spaventato tantissimo. Dopo mi sono voltato e ho visto gli aggressori che mi stavano venendo contro. Lì ho avuto paura, non so cosa sarebbe successo se mi avessero preso. L'unica cosa che ho potuto fare è stato scappare”.

Fuggito dagli aggressori, Gabriele ha subito denunciato l'accaduto in rete. Poi, dopo qualche giorno, lo ha fatto anche dai carabinieri. Una denuncia contro ignoti, con anche un valore simbolico. “Così fa numero per le statistiche, perché a fine anno, quando c'è gente che dice che le aggressioni omofobe non esistono, almeno ci sono le denunce che provano il contrario” spiega il tiktoker, aggiungendo: “Penso che dei ragazzi mi hanno fanno questo semplicemente perché non credono che siamo tutti sotto lo stesso cielo, che siamo tutti uguali. Se lo hanno fatto è perché sono sicuri di non avere conseguenze, questo è poco ma sicuro. Ho pianto tanto -prosegue-. E ho paura che mi possa risuccedere sempre, anche solo uscendo di casa”. Non per questo, però, bisogna arrendersi all'ignoranza e al senso di impunità di chi compie gesti del genere. “A chiunque si ritrovi in situazioni di violenza dico che non siete soli -conclude quindi il giovane-. Ci sarà sempre qualcuno che ha subito, subisce o subirà violenza, ma non per questo bisogna nascondersi. Non per questo bisogna vergognarsi o restare in silenzio. Perché soltanto parlando le cose cambieranno”.

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