Aggredito a colpi di machete a Torino, la fidanzata di Costanzia: “Pietro mi confessò tutto poco dopo”
Pietro Costanzia di Costigliole avrebbe rivelato alla fidanzata quanto fatto al rivale 23enne poco dopo l'aggressione avvenuta nel pomeriggio di lunedì 18 marzo. Subito dopo averle raccontato quanto accaduto, il giovane avrebbe organizzato il nascondiglio in un albergo per sé e per la fidanzata prenotato a nome di altre due persone. Questo è quanto emerge dalle carte della convalida del fermo per il giovane con origini nobiliari che nel pomeriggio di lunedì ha aggredito a colpi di machete un coetaneo suo rivale, causandogli l'amputazione di una gamba.
Nell'ordinanza le autorità ricostruiscono il tutto: Costanzia e il 23enne rimasto gravemente ferito un tempo erano amici, forse legati anche da "affari" nel mondo della droga e dello spaccio. Stando a quanto rivelato dalla stessa fidanzata di Costanzia, i due giovani si conoscevano perché la vittima era solita acquistare stupefacenti proprio dal suo aggressore. Ogni tanto, sempre secondo quanto raccontato dalla ragazza, il giovane rivendeva per conto di Costanzia alcune quantità di hashish.
Anche le fidanzate dei due 23enni erano amiche prima che Costanzia venisse a conoscenza di alcune avances fatte dal coetaneo alla sua compagna. Sarebbe questo il movente alla base della feroce aggressione a colpi di machete confessata poco dopo il fatto alla fidanzata Claudia, fermata invece per possesso di stupefacenti.
La gelosia di Costanzia era già emersa dagli screen delle conversazioni tra il 23enne e il suo rivale inviate dalla compagna alla fidanzata della vittima. In quell'occasione la ragazza rivelava all'ex amica di aver paura che il 23enne potesse uccidere il coetaneo. Dall'altra parte, la ragazza della vittima l'aveva pregata di non farli mai incontrare e che presto sarebbe stata lei stessa a portarle alcuni soldi che il 23enne ferito doveva a Costanzia per debiti di droga.
Secondo quanto rivelato proprio da Claudia dopo il fermo, il 18 marzo Costanzia si era allontanato da casa per qualche ora, facendo ritorno solo la sera. Appena rientrato a casa, il 23enne avrebbe detto alla fidanzata di prendere alcune cose e di raggiungere casa della zia. La giovane avrebbe quindi eseguito, salendo a bordo del T-max nero di Pietro fino al garage. Qui, il "Santo", così come si faceva chiamare dagli amici, le avrebbe confessato di aver aggredito a colpi di machete il rivale in amore.
Con lui, avrebbe spontaneamente dichiarato alla ragazza Costanzia, vi era anche il fratello Rocco, secondo fermato. A quel punto però, Claudia e il fidanzato non si sono costituiti e avrebbero raggiunto casa della nonna del giovane per poi guidare fino all'autorimessa di Rocco.
Dopo aver notato alcuni agenti in borghese nei pressi della loro abitazione, Costanzia aveva deciso di rifugiarsi con la fidanzata in una stanza d'albergo prenotata da un amico a nome suo e di un'altra ragazza. Per nascondersi, sempre secondo quanto rivelato da Claudia agli inquirenti, il 19 marzo sarebbe stata mandata a casa della zia di Pietro per ritirare una valigia senza però sapere cosa vi fosse al suo interno. Per le autorità, dopo l'aggressione il 23enne era pronto a scappare con l'ausilio di alcuni amici (come i ragazzi che per lui avevano prenotato la stanza d'albergo) e documenti falsi.
Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha impedito la fuga del 23enne, portando anche al ritrovamento di quantitativi di stupefacenti (forse custoditi all'interno della valigia presa il 19 marzo) e all'individuazione del complice dell'aggressione a colpi di machete. Rocco Costanzia di Costigliole, fratello del primo arrestato, non avrebbe infatti esitato ad accompagnare il 23enne armato sul luogo del tentato omicidio e a trattenere la fidanzata della vittima che non solo ha assistito alla terribile scena, ma ha anche cercato di intervenire.