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La morte di Sissy Trovato Mazza

Agente ferita, il sindacato scrive al ministro Bonafede: “Sissy abbandonata dalle Istituzioni”

Il segretario del sindacato di polizia penitenziaria scrive al neoministro della Giustizia, Alfonso Bonafede per protestare contro l’inerzia delle Istituzioni nel caso di Sissy Trovato Mazza. I familiari dell’agente ferita avrebbero voluto sentire vicina quell’Amministrazione di cui la figlia si onorava e si onora di far parte: dai comuni cittadini più sensibilità che dai pezzi delle Nostre Istituzioni”.
A cura di Angela Marino
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"Mi ha lasciato sgomento che una Donna, servitrice dello Stato, e la sua famiglia siano stati lasciati completamente soli dalle Istituzioni e soprattutto dall’Amministrazione Penitenziaria e da chi la rappresenta". Sono le dure parole che Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria ha rivolto al nuovo ministro della Giustizia del governo guidato da Giuseppe Conte, Alfonso Bonafede. Il caso portato all'attenzione del neoministro Cinque Stelle è quello dell'agente penitenziaria Sissy Trovato Mazza, ferita da un colpo di pistola alla testa nell'ascensore dell'Ospedale civile di Venezia, dove era andata a controllare una detenuta, nel novembre di 2016. Un caso che rischia l'archiviazione come tentato suicidio. Sissy, infatti, versa in stato vegetativo irreversibile dal momento della tragedia e da pochi mesi, sebbene sia rimasta ferita nell'esercizio del servizio esterno, si è vista sospendere lo stipendio.

"Alle tante difficoltà che già la famiglia Trovato Mazza sta attraversando – scrive di Giacomo nella missiva rivolta al ministro – si è aggiunto il fatto che da febbraio 2018 Sissy, posta in congedo permanente è stata sospesa l’elargizione dello stipendio, questo perché il periodo di assenza dal servizio è andato oltre il limite consentito dai regolamenti, senza tener invece conto che l’assenza è dovuta al fatto che la collega è stata vittima di un evento occorsogli in servizio e sulle cui dinamiche ancora, ripetiamo, non è stata fatta chiarezza". "Chiedo al ministro – aggiunge – di impegnarsi a trovare una possibilità, andando oltre quelle che sono le semplici asettiche applicazioni di norme e regolamenti, affinché la collega venga considerata ancora un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria e che continui a percepire lo stipendio, almeno sino a quando il caso non sia stato risolto e tutte le incertezze sulle reali dinamiche degli eventi siano state dissipate".

Le ombre cui fa riferimento il segretario del SSP, sono le eventuali responsabilità che terzi possano avere nella vicenda. La famiglia Trovato Mazza, infatti, crede che la ventottenne sia stata vittima di un tentato omicidio e che il suo aggressore, sia ancora a piede libero. Per questo da due anni, Salvatore e Caterina Mazza hanno si sono fatti carico delle indagini difensive delegate agli avvocati di parte civile Mariella Sicari e Fabio Anselmo, entrambi convinti che le indagini ufficiali presentino troppe lacune. In questo, tuttavia, i familiari di Sissy lamentano il mancato supporto delle istituzioni sul quale anche Aldo Di Giacomo mette l'accento nella sua lettera a Bonafede.

"I genitori di Sissy, che stanno attraversando un vero e proprio calvario, vivendo la continua lotta della figlia tra la vita e la morte, avrebbero voluto sentire vicine le Istituzioni e quell’Amministrazione di cui la figlia si onorava e si onora di far parte. Per questo – scrive – in virtù delle tante ombre che ancora oggi avvolgono il caso, come rappresentante di una forza sindacale, Le chiedo di impedire che il caso venga archiviato come semplice tentativo di suicidio". Inoltre, conclude, "ho indetto una raccolta firme a sostegno della nostra richiesta avendo riscontrato tra le tante persone, comuni cittadini, quella sensibilità che pezzi delle Nostre Istituzioni, purtroppo, non hanno mostrato di avere, almeno in questa circostanza".

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