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Agente di polizia penitenziaria suicida durante guardia sul muro del carcere a Palermo: trovato dai colleghi

La tragedia nel carcere dell’Ucciardone di Palermo dove l’uomo era in servizio. L’agente trovato morto dai colleghi, giaceva a terra in una pozza di sangue, ferito all’addome da un colpo di arma da fuoco auto inflitto. Rabbia dei sindacati: “Il lavoro in carcere ci divora, bisogna intervenire subito”.
A cura di Antonio Palma
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Ennesimo dramma in carcere, questa volta a togliersi la vita è stato un agente di polizia penitenziaria, trovato morto suicida nelle scorse ore dai colleghi nella garitta del muro di cinta dove era di guardia a Palermo. La tragedia nel carcere dell'Ucciardone di Palermo dove l'uomo era in servizio. A darne notizia sono i sindacati di polizia, spiegando che la terribile scoperta è avvenuta a fine turno quando un collega è andato a dargli il cambio nella garitta trovandolo privo di vita. L'agente giaceva a terra in una pozza di sangue, ferito all'addome da un colpo di arma da fuoco auto inflitto.

Unanime il cordoglio per la tragedia ma anche la denuncia che arriva dai sindacati di polizia che ribadiscono le insopportabili condizioni degli uomini in divisa. “Cordoglio e vicinanza alla famiglia e ai colleghi dell’agente penitenziario che si è tolto la vita all’Ucciardone. Basta morti, basta morti nella Polizia penitenziaria. Bisogna intervenire, e subito” scrive ad esempio in una nota il coordinatore nazionale della Polizia penitenziaria di Fp Cgil.

"È  una notizia che sconvolge tutti noi. Ii poliziotti penitenziari sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbe bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Il fenomeno dei suicidi è in crescita in tutti i corpi di polizia, ma tra noi di più. Dietro ogni morte c'è un mix di fattori, ma c'entra di sicuro lo stress correlato. La vita dentro gli istituti è diventata infernale per noi come per i detenuti" ha dichiarato invece Donato Capece, segretario generale del Sappe, aggiungendo: "Manca il personale, i turni sono massacranti. Le liti e le aggressioni, continue. E così c'è la fuga. Molti colleghi, appena possono, vanno via; pochissimi aspettano di maturare il massimo della pensione. I giovani sperano di passare subito in altri corpi di polizia".

"Il carcere è un mondo duro, difficile, complesso. Siamo la discarica della società. Le celle sono piene di delinquenti, ma anche di psichiatrici, tossicomani, problematici. E tutto finisce addosso all'agente penitenziario. Alla lunga il lavoro ti divora. Qui servono azioni concrete sui temi dello stress psico-fisico degli appartenenti al Corpo, che non possono ridursi a mere linee guida diramate con lettere ministeriali" conclude il sindacalista.

"Questi tragici eventi sollevino dubbi su se le situazioni personali e familiari o lo stress lavorativo a cui sono sottoposti i poliziotti penitenziari possano contribuire a tali fatti. In questo momento di dolore, i nostri pensieri vanno a tutti coloro che sono stati colpiti da questa perdita. Continueremo a seguire da vicino gli sviluppi dell’indagine” hanno dichiarato invece Mimmo Nicotra, presidente della confederazione sindacati penitenziari e Gennarino De Fazio segretario generale Uilpa.

“Con il suicidio dell’agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere Ucciardone di Palermo sale a sette il numero di agenti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno e a 23 il numero degli ultimi te anni. Mai così tanti a riprova del gravissimo malessere psichico che vive il Corpo in questa fase drammatica di emergenza dei penitenziari” ha sottolineato invece Aldo Di Giacomo segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria che aggiunge: “il suicidio è così diffuso tra gli appartenenti a tutte le forze dell’ordine e il numero di agenti di polizia morti per suicidio è più del triplo rispetto a quelli feriti a morte nell’esercizio delle loro funzioni di contrasto alla criminalità. Una forte componente è connessa allo stress psico-fisico in moltissimi casi. E tra le molteplici cause, emerge proprio lo stress intenso cui le forze dell’ordine sono esposte quotidianamente, specie nelle carceri dove il personale in questi primi sette mesi ha subito 2500 aggressioni".

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