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Agente della Penitenziaria si suicida vicino al carcere con la pistola d’ordinanza: dramma a Siracusa

Un agente della polizia penitenziaria in servizio a Siracusa si è suicidato vicino al carcere con la pistola d’ordinanza. È il quarto caso dall’inizio dell’anno, il terzo in Sicilia. Sappe: “Servono soluzioni concrete”.
A cura di Ida Artiaco
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Ancora un suicidio nelle carceri italiane. Questa volta a togliersi la vita è stato un agente della polizia penitenziaria di Siracusa.

Lo ha reso noto il Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe: "Un appartenente al corpo di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Siracusa si è tolto la vita con l'arma di ordinanza vicino del penitenziario", si legge in un comunicato.

"È un fatto inquietante, che sconvolge tutti noi – ha poi aggiunto Donato Capece, segretario generale del Sappe – quello dei poliziotti penitenziari suicidi è un dramma che va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del ministero della Giustizia e del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Dall'inizio dell'anno quattro sono stati i poliziotti suicidi, tre dei quali in Sicilia".

Si tratta di numeri importanti: "I poliziotti penitenziari – ha precisato ancora il Sappe in una nota – sono lasciati abbandonati a loro stessi, mentre invece avrebbero bisogno evidentemente di uno strumento di aiuto e di sostegno. Lo scorso anno 2021 sono stati cinque i poliziotti penitenziari che si sono tolti la vita, sei nel 2020 ed undici nel 2019″.

Poi l'appello: "Servono soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo del Personale di Polizia Penitenziaria. È necessario strutturare un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione Penitenziaria".

La notizia di quanto successo a Siracusa arriva pochi giorni dopo quella del suicidio di un detenuto italiano di 56 anni a Torino, accusato di stalking dalla ex compagna: si è impiccato con un lenzuolo attaccato alle sbarre dopo aver lasciato un biglietto al figlio minorenne. Si tratta del 77esimo caso del genere dall'inizio dell'anno nel nostro Paese.

Sempre in Piemonte, a Verbania, un cinquantunenne detenuto per reati analoghi si è tagliato la gola ed è stato salvato solo dal tempestivo intervento degli agenti di polizia penitenziaria.

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