Afghanistan, video smentisce missioni di pace italiane: i militari al fronte contro i talebani nel 2009
Il portale specializzato DifesaOnline ha smontato l'idea delle missioni di pace dell'esercito italiano in Afghanistan mostrando tramite un video quelle che venivano chiamate "azioni cinetiche", ossia missioni ad alto rischio a pochi metri di distanza dal nemico. Il filmato risale al Natale 2009 a Bala Murghab, frontiera tra Afghanistan e Turkmenistan. Un battaglione italiano combatte al fianco dei parà statunitensi durante l'Operazione Buongiorno per prendere il controllo della vallata sul confine. Davanti ai soldati, centinaia di talebani a pochi metri di distanza. "Qui moriamo tutti!" si sente gridare tra i militari fino all'intervento dell'aviazione che ha disintegrato le postazioni nemiche. Si tratta di immagini rimaste spesso inedite.
"Dodici anni fa è avvenuta una vera e propria battaglia in Afghanistan – scrive Andrea Cucco, ex ufficiale e direttore di DifesaOnline -. Dopo l'abbandono del Paese, l'inderogabile vizio di travestire i nostri militari da operatori di Ong ha perso la terra sotto i piedi. Non ci sono più censure da porre in essere". Con la ritirata collettiva, i racconti delle missioni dei militari italiani nel Paese stanno venendo a galla. Nell'estate del 2009 la Nato aveva deciso di cambiare passo, avviando offensive contro le roccaforti talebane verso la frontiera del pachistana. L'Italia avrebbe dovuto occuparsi della sezione a Nord-Ovest, lontana dalle zone cruciali ma comunque crocevia delle strade che portano all'Iran e al Turkmenistan. Sul fronte c'erano 5mila militari col compito di rendere sicure le zone chiave. Bala Murghab, luogo della missione oggetto del video, aveva attorno pochi villaggi e un bazar. La sua posizione era però fondamentale per i commerci illegali di droga. Il traffico di stupefacenti è la prima fonte di ricchezza per i talebani.
Le forze militari di Bala Murghab sono state potenziate nel mese di ottobre. A combattere spalla a spalla la Task Force Barbarian dei parà statunitensi, un distaccamento di forze speciali dei Marines, un battaglione della Brigata Sassari e uno squadrone di soldati afghani. A inizio novembre però due militari americani cadono nel fiume Murghab nel tentativo di recuperare rifornimenti paracadutati. Le truppe della Nato si sono adoperate per recuperare i dispersi, ma sono cadute nella rete dei miliziani nemici. Un plotone italiano è finito in trappola e solo il tiro dei mortai è riuscito a liberarlo dalle raffiche incrociate. Da allora si sono susseguite settimane dure in cui le forze militari statunitensi e afghane vengono decimate. Lentamente il fortino di Bala Murghab è diventato di prima linea per l'offensiva e per la resistenza agli attacchi armati. La ricerca dei soldati statunitensi dispersi caduti nel fiume è continuata fino al 29 novembre, quando i loro corpi sono stati ritrovati. All'alba del 27 dicembre, sicuri che i soldati non avrebbero lavorato durante le festività natalizie, i talebani hanno accerchiato il fortino. Gli scontri sono iniziati alle 12 e al momento del filmato, si stava combattendo da almeno 3 ore. Le missioni dell'esercito italiano, dunque, erano molto lontane dalla consegna di pacchi di generi alimentari per i civili: vere e proprie azioni armate al fianco di truppe straniere. Azioni che non sono mai state raccontate.
Delle missioni in Afghanistan si conosce molto poco. L'Italia riassume il suo operato come controllo dei confini e mantenimento della pace. Tutte cose che nei fatti però si sono tradotte in vere e proprie offensive armate che hanno portato comunque all'abbandono dell'Afghanistan nel 2021.