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Le attiviste denunciano decine di casi di molestie durante l’adunata degli Alpini a Rimini

Il collettivo Non Una di Meno Rimini ha raccontato diverse testimonianze di donne che hanno denunciato di essere state vittime di molestie e aggressioni da parte di gruppi di alpini. Che hanno risposto: “Non risultano denunce formali e purtroppo ci sono anche gruppi di infiltrati”.
A cura di Antonio Palma
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Mentre a Rimini oggi va in scena sul lungomare l’attesa sfilata finale con migliaia di alpini che hanno voluto presenziare alla 93esima adunata nazionale, non si placano le polemiche per le accuse di molestie avanzate nei giorni scorsi da decine di donne nella città romagnola. A lanciare l’allarme in settimana è stato il collettivo Non Una di Meno Rimini che, attraverso i social, ha rivelato diverse testimonianze di donne che hanno denunciato di essere state vittime di molestie e aggressioni da parte di gruppi di alpini o almeno di personaggi che si facevano passare per alpini.

“Mentre andavo in bici mi hanno fermata cercando di farmi entrare in un capannone, io sono scappata pedalando veloce”, “Rientrando a casa a piedi sono stata molestata da alcuni alpini che mi hanno urlato e fatto gesti eloquenti rispetto a quello che avrebbero voluto fare” sono alcuni dei racconti rivelati all’associazione. Secondo le attiviste sono almeno 36 le testimonianze del genere arrivate in questi giorni in cui la città è stata invasa dagli alpini di ogni età. Segnalazioni che sono arrivate anche all’amministrazione comunale che ha chiesto all’associazione Alpini di vigilare meglio. Da quest’ultima sottolineano però che non è stata fatta alcuna denuncia formale alle forze dell’ordine e che spesso tra i veri alpini durante le adunate si infiltrano gruppi di giovani che usano l’occasione solo per fare baldoria.

La vicesindaca: "Ho chiamato gli alpini e fatto presente le segnalazioni"

“Ritengo che non si debba accusare mai un gruppo o una categoria di persone solo perché fanno parte di essi alcuni poco di buono, delinquenti o molestatori” ma  “è bene, tuttavia che i rappresentanti dei gruppi alpini presenti in città monitorino il comportamento dei loro appartenenti e che diano segnali chiari su un corretto e rispettoso atteggiamento" ha dichiarato la vicesindaca Chiara Bellini, aggiungendo: "Ho chiamato l'organizzazione e fatto presente le segnalazioni di alcune donne, perché il comportamento sbagliato di alcuni potrebbe nuocere anche alla buona reputazione e al senso civico degli altri". Del caso ne hanno discusso anche il sindaco Jamil Sadegholvaad e Sebastiano Favero, presidente di Ana, l’associazione nazionale degli alpini.

“Ne ho parlato col Sindaco ma non risultano denunce, e noi non abbiamo ricevuto particolari proteste. Lo dico non perché voglio minimizzare o negare, ma noi siamo abituati a ragionare sui fatti. Se e quando ci saranno denunce circostanziate, allora prenderemo i nostri provvedimenti. Se qualcuno di noi ha sbagliato, è giusto che venga punito” ha spiegato Favero a Il Resto del Carlino. “Noi alpini abbiamo un nostro regolamento e un nostro codice etico, siamo i primi a intervenire se qualcuno di noi esagera. Purtroppo ci sono anche gruppi di infiltrati. Persone, giovani soprattutto, che comprano un cappello finto e si mescolano tra noi per fare baldoria, Abbiamo segnalato diversi soggetti agli agenti della Digos della Polizia” ha sottolineato Favero.

Salvini difende gli alpini

A prendere le difese degli alpini, il segretario della Lega, Matteo Salvini. Che condividendo un articolo di giornale riportante le accuse del collettivo femminista di Rimini ha scritto: "Viva gli alpini, più forti di tutto e di tutti. Buona 93esima adunata".

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